Clima, Costa: “Salvaguardia del Pianeta parte dall’Africa, dall’Italia nessun colonialismo ambientale”
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(Da www.minambiente.it)
Ministro a inaugurazione Centro per il Clima e lo sviluppo sostenibile per l’Africa: “Vogliamo essere leader ambientali in Europa e nel G7”
Roma, 28 gennaio 2019 – “La salvaguardia del nostro pianeta, dal punto di vista climatico, ambientale, sociale, non può essere garantita se non partendo dall'Africa”.
Lo ha affermato il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, che questa mattina ha inaugurato a Roma il Centro per il Clima e lo sviluppo sostenibile per l’Africa, alla presenza del Presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte, l’amministratore di UNDP (United Nations Development Programme) Achim Steiner e il direttore generale della FAO Graziano Da Silva.
Il Centro, che affonda le sue radici in una proposta presentata dal governo italiano al G7 dei ministri dell’Ambiente del 2017, è stato istituito con un’intesa tra Ministero dell’Ambiente, FAO e UNDP per facilitare lo scambio di informazioni tra i Paesi G7 sulle iniziative in Africa, aumentare efficacia, sinergie e complementarità dell’azione per il raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi e dall’Agenda 2030.
“L’Italia – ha spiegato Costa – è impegnata a dare un seguito concreto all’Accordo di Parigi, in particolare per quanto riguarda il sostegno ai Paesi in via di sviluppo. Contribuire a uno sviluppo sostenibile in Africa, sostenendo i Paesi in un percorso di autosufficienza dal punto di vista energetico ed economico, è infatti una priorità che il mio Dicastero persegue attraverso il canale bilaterale, cooperazioni multilaterali e accordi con organizzazioni internazionali. Accordi e cooperazione – ha aggiunto - che hanno visto circa 20 milioni di euro impegnati nell’ultimo triennio e 40 i progetti approvati e in corso di attuazione che coprono diversi settori: sostegno alle energie rinnovabili e all’efficienza energetica, gestione delle risorse idriche, qualità dell’aria, agricoltura, edilizia sostenibile, definizione di strumenti finanziari green, protezione delle aree costiere, gestione degli eventi estremi e allerta meteo, ciclo integrato dei rifiuti, governance ambientale, gestione delle foreste e protezione della biodiversità”.
“Questo Centro non nasce con l'ambizione di fare cose nuove – ha affermato il Ministro dell’Ambiente - ,ma di farle in una nuova modalità: vogliamo aumentare l'efficacia, cercare complementarietà, creare sinergie con un approccio nuovo e ribadendo che mai dall’Italia il continente africano si deve aspettare colonialismo ambientale. Il vero scopo di questo centro è quello di fare ‘cultura operativa’, con investimenti concreti nel continente africano”.
“Vogliamo essere leader ambientali in Europa e nel G7 – ha poi aggiunto Costa - affidando al Centro alcuni importanti compiti: facilitare lo scambio di informazioni fra i Paesi G7 sulle iniziative in Africa, per un'azione più efficace per il raggiungimento degli obiettivi fissati dall'Accordo di Parigi e dall'Agenda 2030; assicurare il protagonismo dell'Africa attraverso un Consiglio di Advisors composto da Ministri africani, garantendo la rappresentanza per aree geografiche e linguistiche; essere riferimento e strumento per iniziative complementari progettuali di FAO e UNDP; rafforzare l'azione del Sistema Paese Italia sui temi climatici e della sostenibilità”.
“Uno dei progetti che ho in animo – ha spiegato il Ministro - è la salvaguardia della fascia più aggredita dalla desertificazione e dal cambiamento climatico, la fascia del Sahel, che attraversa oltre 10 paesi africani. Stiamo preparando una progettazione significativa in questa fascia, che è anche quella che fa emergere il problema della migrazione in una percentuale particolarmente alta, perché è in una fase di desertificazione molto intensa”.
“Chiediamo ai soggetti che investiranno là, e che qui si incontreranno con le richieste dei paesi del Sahel, di porre le basi per un’agricoltura che serva a tornare a quel meccanismo di tutela territoriale e ambientale – ha concluso Costa - Non imponiamo un meccanismo di sviluppo ambientale, lo condividiamo. Questo ci hanno chiesto, e per questo ci stiamo attrezzando”.