Mercato unico digitale: consultazioni su geo-blocking e intermediari online
(Da www.euractiv.it)
Due consultazioni per un unico obiettivo. Avvicinarsi al mercato unico digitale. La Commissione europea chiede il parere di cittadini, produttori, rivenditori, providers e utenti sul geo-blocking e il ruolo economico delle piattaforme online, come social media e app stores. Le due consultazioni resteranno aperte fino a dicembre 2016, per un periodo di un anno a partire dalla pubblicazione dei due testi in tutte le lingue ufficiali dell’Ue.
La prima riguarda la cosiddetta non-portabilità dei contenuti da paese a paese. Oggi un qualunque cliente che cerchi di collegarsi dall’estero a portali con limiti geografici viene bloccato. È il caso dei portali internet di reti televisive pubbliche ma anche di canali on demand, ad esempio Skygo e Mediaset Premium. Se i contenuti sono fisicamente in server italiani la loro fruizione è bloccata all’estero. L’Europa non è unita on-line e non c’è da stupirsi se il commercio elettronico fra paesi esteri non va oltre il 15%.
La raccolta di informazioni servirà alla Commissione per formulare proposte legislative entro la metà del 2016 per abbattere i muri del geo-blocking ritenuti ingiustificabili. Spesso sono le stesse imprese a innalzarli, sperando così di frammentare il mercato europeo, evitando l’innesco di logiche competitive. Bruxelles ha già avviato un’indagine, che dovrebbe concludersi nella primavera 2016 con il varo di nuove normative. Dalla capitale europea sono partite verso le sedi di circa 2000 aziende europee richieste di informazioni su dati e contratti stipulati con gli utenti.
La seconda consultazione punta a chiarire il ruolo di piattaforme internet dove produttori e consumatori possono incontrarsi, ad esempio Amazon, Google e Facebook, e il loro ruolo nella distribuzione online di contenuti. Si cercherà anche di far luce sulle responsabilità degli intermediari nella diffusione di contenuti illegali e di capire come migliorare il flusso libero dei dati e come creare un cloud europeo.
“Le piattaforme online hanno molti pregi – afferma Gunther Oettinger, commissario per l’Economia digitale - ma dobbiamo capire meglio come interagiscono con consumatori e imprese. Serve anche sapere di più sul geo blocking, una delle più evidenti manifestazioni di non-Europa nel mercato unico digitale”.
Quello digitale è settore economico più promettente dei prossimi anni. Nel lungo termine il suo contributo alla crescita del pil europeo è stimato intorno ai 520 miliardi di euro. Avviare un mercato unico digitale significa conformità amministrativa e finanziaria per le imprese ed emancipare i clienti tramite l'e-government. Per questo servono leggi che favoriscano lo sviluppo di cloud computing, connettività dei dati mobili senza confini, accesso semplificati a informazioni e ai contenuti. Ma vanno anche tutelate vita privata, dati personali, sicurezza e neutralità della rete.
La commissione Juncker si è mossa, presentando in maggio la sua agenda per il mercato unico digitale. Qui sono previste 16 azioni per sbloccare commercio on-line, telecomunicazioni in streaming. L’esecutivo europeo mira a rendere operativi i provvedimenti entro un anno e mezzo.
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