Rossi al Parlamento europeo: "Impensabile ridimensionare la politica di coesione"
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FIRENZE - "La politica di coesione territoriale è il principale strumento di partecipazione per le regioni europee, oltre a rappresentare la fondamentale risorsa economica per gli investimenti regionali all'interno della Ue in quanto indispensabile meccanismo di riequilibrio della politica comunitaria. Per questo il dibattito in corso tra tutte le istituzioni europee sulla futura applicazione della politica di coesione è così importante, visto che nel corso del 2017 sarà la stessa Commissione europea a dover presentare una proposta strategica e programmatica". Intervenendo oggi a Bruxelles alla seduta della Commissione politiche regionali del Parlamento europeo, nella sua qualità di vicepresidente con delega alla politica di coesione della Conferenza delle Regioni Periferiche e Marittime, il presidente della Toscana Enrico Rossi, in rappresentanza di oltre 150 regioni europee, ha sottolineato "l'importanza di rinnovare le politiche di coesione territoriale dell'Unione, senza dimenticarne i benefici che rispecchiano tre principi fondamentali di un'Europa vicina ai cittadini: solidarietà, territorialità e integrazione socio-economica". Proprio la scorsa settimana l'Assemblea generale della CRPM aveva adottato il primo documento sulla politica di coesione territoriale post 2020. "Rinnovare e rilanciare la politica di coesione territoriale come cardine dell'Unione europea - ha osservato Rossi di fronte ai membri della commissione - significa dotare di un essenziale strumento complementare al prossimo piano Juncker. Al contrario proprio il presidente Jean-Claude Juncker ha dimenticato di ricordare nel suo ultimo discorso sullo Stato dell'Unione la più grande politica di investimenti che si fa attualmente nella Ue, che incide per oltre il trenta per cento sul bilancio europeo". "Se è vero, come è vero, che le politiche di coesione sono nate per abbattere gli squilibri regionali e per correggere gli errori dell'Europa del mercato - ha proseguito – non è pensabile che si prendano decisioni di ridimensionamento o addirittura di demolizione. I fondi strutturali, principale strumento di coesione territoriale, concepiti quasi trent'anni fa dall'allora presidente della Commissione europea Jacques Delors, devono guardare al futuro riscoprendo l'obiettivo originario: ridurre le disparità regionali e quindi compensare le differenze fra regioni più o meno sviluppate in Europa". "La crisi economica – ha ribadito Rossi – ha colpito più duro le regioni più deboli e periferiche rispetto a quelle più forti e centrali: i meccanismi di riequilibrio sono perciò oggi più che mai necessari. Ricordo a questo proposito che la la Toscana, ma non siamo certamente i soli, ha addirittura anticipato per 80 milioni gli interventi della politica di coesione nelle more dell'approvazione dei programmi operativi da parte dell'Unione Europea". "Permettetemi quindi di avere delle riserve sulla proposta della Commissione di revisione del quadro finanziario 2014-2020, proposta che chiede di concedere ai paesi e alle regioni la possibilità di un trasferimento, dalla politica di coesione ad altre politiche dell'Unione Europea. Il progetto europeo è in stallo anche per questo, ma forse dobbiamo partire da questa criticità per sperare in un futuro diverso, a partire dal rilancio della politica di coesione. La visione del futuro che propongo è chiara: la politica di coesione è più di un semplice finanziamento a pioggia, sono politiche radicate nei trattati dell'Unione; ed è nostro compito di presidenti delle Regioni rinnovarle e far cambiare la loro connotazione che talvolta è criticata e vista come negativa". "Occorre in sostanza – ha concluso Rossi - utilizzare le risorse in modo selettivo, inserendole in un progetto che ha una dimensione europea e non solo nazionale o regionale, con visioni e strategie comuni, evitando la frammentazione delle risorse. In Toscana non esistono più politiche di programmazione separate dai fondi UE, e spendiamo le nostre risorse finalizzandole ai cinque obiettivi fondamentali che ha proposto la strategia Europa 2020: occupazione, ricerca e sviluppo, cambiamenti climatici, istruzione, lotta alla povertà e all'emarginazione. Oggi più che mai la politica di coesione deve assicurare un collegamento stretto con tutta la politica di governance europea".