Didacta, Grieco: "Orientare per scegliere la scuola che valorizza talenti e aspirazioni"
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FIRENZE - La dispersione scolastica si contrasta con un buon orientamento. E la disoccupazione (in parte) forse pure. "Per questo – sottolinea l'assessore alla formazione della Toscana, Cristina Grieco – vogliamo fare dell'orientamento una caposaldo delle politiche regionali: confrontandoci anche, per scambiarci buone pratiche". E una prima occasione di confronto - altre ce ne saranno nelle prossime settimane e mesi a Torino, Genova e Verona - è stata oggi a Didacta, la fiera sul mondo della scuola in corso fino al 20 ottobre alla Fortezza da Basso di Firenze. Di orientamento (e cattivo e buon orientamento) si è parlato infatti nel pomeriggio nella Sala della Scherma, con il direttore dell'Ufficio scolastico toscano Petruzzo e rappresentanti di altre regioni – Piemonte, Liguria e Emilia Romagna - a raccontare ciascuno il proprio modello.
Si può fare orientamento valorizzando ad esempio le specificità territoriali ma con una cabina di regia regionale, con 170 sportelli sul territorio come è il caso del Piemonte (compresi i 30 dei centri per l'impiego), 400 orientatori e 524 partner. Negli ultimi due anni in Piemonte questo lavoro ha già coinvolto 91 mila ragazzi tra i dodici e i ventidue anni. In Liguria si usano a supporto le nuove tecnologie: raccontano di due software capaci di leggere le proprie abilità (ma anche i punti di debolezza) di ciascuno per orientare verso le professioni più compatibili. In Emilia Romagna si provano a mettere in rete le esperienze dei singoli territori.
"E' chiara la responsabilità anche sociale di un mestiere di questo tipo", spiega l'assessore Grieco. "Non ci sono scuole migliori o peggiori in assoluto: cambia da studente a studente. Ci sono solo scuole adatte o meno a valorizzare talenti e aspirazioni ed evidenti invece sono i danni che un orientamento che non funziona o che non c'è può creare". Un caso tipo è quello dello studente che si iscrive ad un istituto tecnico, poi sceglie all'università un corso di tutt'altro tipo, ma sul mercato del lavoro poi fa fatica a spendersi e alla fine scopre magari gli Its, gli istituti tecnici superiori a cui già poteva accedere dopo la maturità e un impiego lo trova subito. Oppure si perde subito, nel passaggio dalle medie alle superiori o nel passaggio dalle superiori all'università, senza mai conseguire la laurea o trovando un lavoro che niente ha a che fare con quello che si è studiato. Orientare insomma (e ben indirizzare) per evitare inutili o lunghi giri dell'oca.
"Orientare vuol dire valorizzare pienamente le attitudini delle ragazze e dei ragazzi", sottolinea l'assessore Grieco. "Anche l'alternanza scuola-lavoro può essere di aiuto all'orientamento". Con "La scuola al centro" la Regione Toscana ha portato i ragazzi a scoprire ad esmepio, fin dalla scuola, i centri per l'impiego: per guardarsi attorno e conoscere le opportunità offerte. Ma l'orientamento non si rivolge solo agli studenti. "Riguarda anche chi ha perso il lavoro e deve intraprendere un percorso formativo di qualità per ritrovarlo" dice ancora l'assessore. "Certo quello dell'orientatore è un mestiere difficile – conclude -, che presuppone un aggiornamento continuo, la capacità di scovare i talenti di ciascuno ma anche leggere il territorio e il mondo del lavoro che sta attorno". E presuppone anche un altro sforzo, parallelo e necessario: investire, è stato sottolineato anche oggi, sulle scuole che hanno bisogno di presentarsi meglio perché le famiglie cercano, per i loro figli, anche un luogo protetto. E una scuola con le finestre rotte e i banchi mal messi non è proprio un bel biglietto da visita.