Ferrovie: Ntv, rifusione direttive penalizza concorrenza
(Da www.euractiv.it)
Rifusione che penalizza la concorrenza. Nuovo trasporto viaggiatori, la società che gestisce il treno ad alta velocità Italo, non apprezza il recepimento delle nuove direttive europee che sta prendendo forma in queste settimane.
Il recepimento della rifusione delle direttive ferroviarie rischia di mettere in pericolo la concorrenza nel nostro paese. E’ questa l’opinione di Ntv, manifestata dal suo amministratore delegato Flavio Cattaneo, nel corso di un’audizione presso la commissione Trasporti di Montecitorio. Il decreto proposto dal Governo, nella sostanza, depotenzia di molto le prerogative dell’Autorità di settore. E, quindi, priva di un’importante protezione i soggetti più deboli sul mercato, favorendo quelli più strutturati.
Cos'è il Recast
Il dibattito in atto in queste settimane è fondamentale per l’evoluzione futura del mercato. In discussione c’è la direttiva 2012/34/UE del 21 novembre 2012, che ha provveduto alla rifusione di tre importantissime direttive europee in materia ferroviaria: la direttiva 91/440/CEE, modificata anche dalla direttiva 2001/12/CE, relativa allo sviluppo delle ferrovie comunitarie; la direttiva 95/18/CE, modificata dalla direttiva 2001/13/CE, relativa alle licenze delle imprese ferroviarie; la direttiva 2001/14/CE, relativa alla ripartizione della capacità di infrastruttura ferroviaria e all'imposizione dei diritti per l'utilizzo dell'infrastruttura ferroviaria. Lo schema di decreto legislativo del Governo, in discussione alla Camera da metà aprile, recepisce questo testo.
Le parole di Cattaneo
Ma, secondo Ntv, lo fa in maniera scorretta. Nel corso della sua audizione in commissione Trasporti, l’amministratore delegato della società Flavio Cattaneo ha giudicato l’approccio della direttiva “contrario ai principi di apertura del mercato”. Il recepimento ipotizzato dall’Esecutivo potrebbe costituire un passo indietro sul fronte della concorrenza nelle ferrovie.
Meno poteri all'Authority
I motivi sono almeno due. “Il primo - spiega l’ad - è che all’interno del recepimento, forse non detto in maniera chiara ma legalmente dimostrabile, c’è una forte riduzione dei poteri dell’Authority di settore, che riteniamo non in linea con le esigenze dei nuovi arrivati sul mercato”. In pratica, si passa da un sistema nel quale l’Autorità poteva imporre prescrizioni a un sistema nel quale potrà dare solo indicazioni agli operatori.
Sanzioni più leggere
“Si riduce di molto il potere sanzionatorio che oggi è basato sul fatturato”, prosegue Cattaneo. “Viene ridotto a un milione di euro ed elevato in caso di reiterazione a due milioni. Questo crea una sproporzione tra un soggetto molto grande e uno molto piccolo. Addirittura, il primo può pensare di mettere nel business plan il pagamento delle sanzioni all’Autorità. Questo cambiamento danneggerebbe Ntv, annullando l’apertura del mercato”.
Il problema del mark up
L’altra questione riguarda il cosiddetto “mark up”. In sostanza, si tratta di una quota extra della tariffa per l’uso della rete che deve essere aggiunta al costo dell’Alta velocità, per gli operatori che la utilizzano. Questo extra andrà a sostenere il servizio universale, sovvenzionato dallo Stato e dedicato alle aree più svantaggiate, sulla base del presupposto che le tratte più profittevoli devono equilibrare il loro impatto sul mercato rispetto a quelle meno profittevoli.
Eccezioni per chi è in perdita
“Questo principio non può valere in assoluto ma ci deve essere una regolamentazione dell’Autorità, perché in alcuni casi nemmeno l’Alta velocità garantisce l’equilibrio economico finanziario”. Andrebbe, quindi, adottata una griglia da parte dell’Autorità per i trasporti, che dica quando è possibile pagare il mark up, escludendo le aziende in perdita. “Altrimenti si avvantaggia chi è già presente sul mercato e finanzia la propria attività di trasporto pubblico locale”.