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Rinnovabili: obiettivi 2020, Ue sulla buona strada

16 Giugno 2015

(Da www.euractiv.it)

Con una quota del 15,3% di energia provenienti da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo del 2013, l'Ue è sulla buona strada per centrare l'obiettivo del 20% entro il 2020. E' quanto emerge dalla relazione sui progressi compiuti nel settore delle rinnovabili presentata dalla Commissione europea.

Relazione Ue 

energie rinnovabili 2015

La quota finale del 15,3% di energie rinnovabili nel consumo finale lordo del 2013 dimostra che l'Unione europea e la grande maggioranza degli stati membri stanno riportando notevoli progressi. Si prevede che 25 stati membri raggiungeranno i propri obiettivi nazionali 2013/2014. Inoltre, 26 paesi dell'Ue hanno già centrato gli obiettivi 2011/2012. Dato che nei prossimi anni gli obiettivi intermedi diventeranno sempre più ambiziosi, alcuni stati potrebbero dover intensificare i propri sforzi al fine di rispettare gli impegni assunti, inclusa la possibilità di ricorrere a meccanismi di cooperazione con altri paesi dell'Unione.

Secondo la relazione 2015 realizzata dalla Commissione europea sui progressi compiuti nel raggiungimento dell'obiettivo vincolante di una quota del 20% di energie rinnovabili entro il 2020, nel 2014 sono state le biomasse ad assicurare la fetta maggiore di produzione di energia verde (47%), seguite da idroelettrico (17%), eolico (11%), biocarburanti (9%), solare (7%), pompe che estraggono calore (5%), biogas (4%), geotermico ed energia marina (1%).

La legislazione Ue per le energie rinnovabili è entrata in vigore nel 2001, quando è stata adottata la direttiva sulla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, seguita nel 2003 da quella sulla promozione dell’uso dei biocarburanti o di altri carburanti rinnovabili nei trasporti e nel 2009 dalla direttiva sulle rinnovabili adottata all’interno del pacchetto di politiche in materia di clima e energia dell’Ue.

La relazione costituisce una valutazione intermedia dei progressi conseguiti e permette alla Commissione Ue di monitorare i passi avanti compiuti verso l'obiettivo vincolante di una quota del 20% di energie rinnovabili entro il 2020. E, secondo quanto emerge dalla relazione 2015, i passi avanti sembrano tangibili.

I dati dell’Italia sono in linea con quanto prospettato dalla Commissione: l’obiettivo relativo alla quota di risorse rinnovabili 2020 è del 17%, e già nel 2013 il nostro paese lo aveva praticamente raggiunto con il 16,7%.

E' la prova che “l'Europa crede nelle energie rinnovabili e che le energie rinnovabili fanno bene all'Europa”, dichiara il commissario per l'Azione per il clima e l'energia Miguel Arias Canete. “L'Ue può vantare tre volte più energia rinnovabile pro capite che qualunque altra parte del mondo: ogni anno esportiamo energie rinnovabili per un valore di 35 miliardi di euro e più di un milione di persone che lavorano nel settore delle rinnovabili”.

Dalla relazione emerge inoltre il funzionamento della direttiva sulle energie rinnovabili del 2009, che ha permesso di evitare circa 326 milioni di tonnellate lorde di emissioni di Co2 nel 2012 e 388 milioni di tonnellate nel 2013, e una riduzione della domanda di combustibili fossili in Europa pari a 116 Mega Tep nel 2013.

Eolico in crescita

Se in Europa l'eolico rappresenta l'11% della produzione, come riportato da Bruxelles, a livello globale si tratta di uno dei settoricon la crescita più sostenuta: solo nel 2014 ha registrato investimenti complessivi per circa 100 miliardi di dollari. Stime fornite nel corso della 'Giornata mondiale del vento', che ricorre il 15 giugno, dalla European Wind Energy Association.

Per quanto riguarda il Vecchio Continente, in particolare, a fare da traino sono Germania e Regno Unito, la cui produzione eolica è in grado do soddisfare il 10,2% della domanda elettrica europea, pari al fabbisogno di 73 milioni di famiglie. 

In controtendenza l'Italia, che nel 2014 ha registrato 107,5 megawatt di nuova capacità installata, a fronte dei 437 MW del 2013. Stando ai dati riportati dalla società di ricerca Althesys nel corso della giornata dedicata al vento, nel 2014 l'eolico italiano ha comunque generato ricadute economiche per più di 800 milioni di euro in termini di valore aggiunto e indotto, impiegato 3.400 lavoratori ed evitato 7,7 milioni di tonnellate di CO2. Ma l'Associazione nazionale energia del vento (Anev) avverte: il comparto in Italia rischia di "scomparire a causa di provvedimenti penalizzanti, come la bozza del nuovo decreto" che fissa gli incentivi per le fonti elettriche rinnovabili non fotovoltaiche nel periodo 2016-2020. Il testo, spiega l'associazione, "propone infatti importanti tagli agli incentivi per l'eolico, che ne ridimensionano consistentemente le prospettive di crescita e sviluppo".

Photo credit: Duke Energy / Foter / CC BY-NC-ND