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Economia circolare: consultazione pubblica e indicazioni dal Pe

29 Maggio 2015

(Da www.euractiv.it)

 kevin dooley / photo on flickr

Mentre la Commissione europea avvia una consultazione pubblica per raccogliere pareri sulla strategia da adottare in vista di una riforma del pacchetto sull'economia circolare, la commissione Ambiente del Parlamento europeo discute i temi centrali del pacchetto, suggerendo alcune modifiche.

Riforma dell'economia circolare e critiche

La transizione verso un'economia circolare è in grado di promuovere la competitività e l'innovazione, stimolando la nascita di nuovi modelli imprenditoriali, l'adozione di nuove tecnologie, e favorendo la modernizzazione delle politiche sociali, con effetti positivi nel lungo termine per l'economia europea nel suo insieme, recita una nota della Commissione europea.

Il tema è al centro di un acceso dibattito fra Parlamento ed Esecutivo Ue, dopo l'annuncio, da parte del presidente Jean-Claude Juncker, di voler ritirare le norme relative al pacchetto economia circolare dal programma della Commissione 2015, con la promessa di "farne di migliori il prossimo anno". 

La proposta di ritirare il pacchetto sull'economia circolare ha attirato anche le critiche degli stakeholders, chiamati ad esprimersi in materia nel corso di un'audizione organizzata a gennaio in commissione Ambiente del Parlamento europeo dall'eurodeputata Pd Simona Bonafé per portare avanti, da un lato, una “riflessione generale sull'economia circolare, di cui la direttiva rifiuti è parte integrante”, dall'altro “discutere le criticità presenti nella proposta della Commissione con i maggiori stakeholder”. 

Al via consultazione pubblica

Ora, gli stakeholders sono chiamati ad esprimersi ufficialmente sull'argomento, attraverso la consultazione pubblica lanciata dall'Esecutivo comunitario per raccogliere pareri sulla strategia da adottare per impostare in modo nuovo e ambizioso la transizione verso l'economia circolare. I contributi dei portatori d'interesse serviranno per preparare il nuovo piano d'azione, che verrà presentato entro la fine del 2015.

Al piano sta lavorando un gruppo guidato dai commissari Frans Timmermans, responsabile per la Qualità della legislazione, Jyrki Katainen, responsabile per l'Occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività, Karmenu Vella, responsabile per l'Ambiente, e Elżbieta Bieńkowska, responsabile per il Mercato interno.

I cittadini, le autorità pubbliche, le imprese e gli altri soggetti governativi e non, sono chiamati a rispondere alle domande riguardanti i vari segmenti del ciclo economico e il loro ruolo nella transizione verso un'economia circolare. La consultazione resterà aperta fino al 20 agosto 2015. Nel frattempo, un'altra consultazione pubblica sulle distorsioni del mercato dei rifiuti è già in corso ed è aperta a tutti i portatori d'interesse.

Il 25 giugno 2015 la Commissione terrà a Bruxelles una conferenza, aperta a tutti coloro che desiderano contribuire a dare forma alla politica europea in questo settore, i cui esiti confluiranno nel processo di consultazione.

Le indicazioni del Parlamento europeo

In attesa della definizione del nuovo piano d'azione sull'economia circolare, la commissione Ambiente del Parlamento europeo ha analizzato gli emendamenti al testo curato dall'eurodeputata Ppe Sirpa Pietikäinen 'Efficienza delle risorse: transizione verso un'economia circolare' .

“Sono stati presentati più di 400 emendamenti”, avverte la relatrice. Una cifra consistente, che mostra l'interesse degli eurodeputati per la riforma del settore. Un gruppo di emendamenti si sofferma sulla prima parte della relazione, quella in cui il Pe esorta la Commissione a sviluppare e introdurre, entro il 2019, un indicatore principale e una serie di sottoindicatori relativi all'efficienza delle risorse, compresi i servizi ecosistemici.

Tali indicatori dovrebbero misurare il consumo di risorse, comprese le importazioni ed esportazioni, a livello di Unione, degli stati membri e di settore e tenere conto dell'intero ciclo di vita dei prodotti e servizi. “Si è discusso molto in merito, se gli indicatori debbano essere vincolanti o meno, e se sia necessario introdurre sottoindicatori. A mio parere”, dichiara la relatrice, “sarebbe opportuno mantenere indicatori generali”.

“Sosteniamo l'introduzione di indicatori vincolanti che dovrebbero non solo misurare il consumo di risorse, ma anche l'impronta idrica, di carbonio, il consumo di materiale e del suolo”, nota Damiano Zoffoli, eurodeputato Pd, intervenuto in Aula al posto del collega Massimo Paolucci. “Gli indicatori dovrebbero tener conto non solo della sostenibilità ambientale, ma anche economica, sociale e tecnologica, e l'Ue dovrebbe dialogare con i paesi terzi attraverso convenzioni internazionali affinché tali indicatori per l'uso efficiente delle risorse vengano adottati a livello internazionale”.

Venendo al secondo punto del rapporto, relativo alla progettazione ecocompatibile, in cui il Parlamento invita la Commissione a proporre una revisione della direttiva in materia entro la fine del 2016, Zoffoli invita l'Esecutivo a definire “una tabella di marcia per gli edifici sostenibili”, che sia accompagnata da un'iniziativa degli stati membri, affinché “sviluppino nuovi indicatori e metodi per la pianificazione territoriale e urbanistica”.

A ciò “deve aggiungersi una strategia coordinata e lungimirante per la ristrutturazione degli edifici esistenti. In tal senso fondamentale è il ruolo degli stati, cui chiediamo di adottare iniziative in ambito fiscale e non solo, per favorire ristrutturazioni efficienti del patrimonio immobiliare”

Quindi Zoffoli analizza quello che da molti è considerato il punto fondamentale del pacchetto economia circolare, ovvero il passaggio relativo ai rifiuti. La relazione curata da Pietikäinen esorta la Commissione a presentare la proposta annunciata sulla revisione della legislazione relativa ai rifiuti entro il 2015 e a includere una serie di punti: la definizione di vasti requisiti di responsabilità dei produttori; il sostegno al principio "paga quanto butti", dando la priorità a sistemi di raccolta differenziata; l'aumento degli obiettivi di riciclaggio di almeno il 70% dei rifiuti solidi urbani; l'introduzione di un divieto sul collocamento in discarica dei rifiuti riciclabili e biodegradabili entro il 2025 e di un divieto per le discariche entro il 2030; l'introduzione di diritti sul conferimento in discarica e l'incenerimento.

Secondo Zoffoli, il divieto di conferimento in discarica dei rifiuti dovrebbe essere anticipato al 2020. “Allo stesso modo, dal 2020 chiediamo che la Commissione renda obbligatoria la raccolta separata dei rifiuti biodegradabili, che valuti la possibilità di estendere la raccolta separata dei rifiuti di costruzione e demolizione, nonché dei rifiuti tessili e ingombranti”.

Si sofferma invece sull'incenerimento dei rifiuti l'eurodeputato M5S Piernicola Pedicini, che nel corso del dibattito propone che tale pratica venga eliminata del tutto: “non esiste una fase intermedia in cui è previsto un incentivo all'incenerimento”. “È necessario ridurre l'ingresso nell'economia circolare delle fonti fossili: se vogliamo davvero cambiare la nostra economia, dobbiamo iniziare a eliminare tutti i sussidi diretti e indiretti ai carburanti fossili”, prosegue Pedicini.

“La proposta della relatrice va nella giusta direzione perché stimola il mercato dei prodotti riciclati attraverso una serie di misure come la riduzione dell'iva, le agevolazioni fiscali per le industrie virtuose e in generale premia chi produce con meno risorse e più materiale riciclato”, nota l'eurodeputato M5S, che propone di “introdurre un certificato di origine di sostenibilità, qualità e legalità di tutte le materie prime; di stabilire un target sul riuso, cui si dovrebbe associare un target ambizioso di riciclaggio; di bandire l'incenerimento e il collocamento in discarica dei rifiuti municipali entro il 2025 e di tutti i rifiuti entro il 2030”.

In parte contraria all'eliminazione totale dell'incenerimento l'eurodeputata Ppe Françoise Grossetete: “quando un prodotto, ormai diventato rifiuto, viene riciclato e riusato per due, tre, quattro volte, poi non si può più riutilizzarlo. A quel punto può rivelarsi utile l'incenerimento. Bisogna far sì che questi impianti di incenerimento non siano eccessivamente grandi, che non incitino al ricorso a tale pratica”.

Photo credit: kevin dooley / Foter / CC BY