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Economia circolare: plenaria per cambiamento sistemico

09 Luglio 2015

(Da www.euractiv.it)

Ecodesign, rifiuti zero e uso sostenibile delle risorse. Sono le principali indicazioni contenute nella risoluzione sull'economica circolare approvata in plenaria in vista della revisione della direttiva da parte della Commissione europea.

394 voti favorevoli, 197 contrari e 82 astensioni per il rapporto curato dall'eurodeputata Sirpa Pietikainen (Ppe) sull'efficienza delle risorse e la transizione verso un'economia circolare. Un testo che lancia un segnale chiaro alla Commissione europea dopo l'annuncio, da parte del presidente Jean-Claude Juncker, di voler ritirare le norme relative al pacchetto economia circolare dal programma della Commissione 2015, con la promessa di "farne di migliori il prossimo anno".

Il messaggio contenuto nella risoluzione approvata a Strasburgo è chiaro: l'Esecutivo Ue non faccia passi indietro sul testo, e presenti una proposta realmente ambiziosa per ridurre lo spreco di risorse, intervenire sull'ecodesign e centrare l'obiettivo zero rifiuti, eliminando il loro incenerimento e collocamento in discarica.

I punti chiave del testo

Obiettivo rifiuti zero: gli eurodeputati chiedono nuovi obiettivi vincolanti in materia di riduzione dei rifiuti e dello smaltimento in discarica. E invitano la Commissione a non perdere tempo, presentando la nuova proposta di direttiva in tema rifiuti entro il 2015.

Ecodesign: promuovere una politica per i prodotti tale da aumentare il ciclo di vita previsto e la progettazione ecocompatibile, tramite un "ambizioso programma di lavoro". Ciò dovrebbe includere un riesame della legislazione sulla progettazione ecocompatibile entro la fine del 2016, al fine di estenderne l'ambito di applicazione e comprendere tutti i principali gruppi di prodotti presenti su mercato. L'Aula chiede inoltre di definire criteri quali la durata, la riparabilità, riutilizzabilità e riciclabilità e di elaborare misure contro l'obsolescenza programmata.

Cambiamento sistemico: per affrontare il problema delle scarse risorse, l'estrazione e l'uso di queste ultime devono essere ridotti. Fondamentali in tal senso la riduzione dei consumi di risorse a livelli sostenibili, l'impiego crescente delle energie rinnovabili e la soppressione delle sostanze tossiche.

Nel testo si afferma che l'uso degli indicatori relativi all'efficienza e alla misurazione del consumo di risorse, comprese le importazioni e le esportazioni, dovrebbe essere obbligatorio a partire dal 2018.

Commenti

“Si tratta di un cambio di paradigma e di un'enorme, nascosta, opportunità economica. È possibile compierlo solo aiutando un nuovo ecosistema di business a emergere”, dichiara Pietikainen. “Ma per ottenere tutto ciò, c'è bisogno di azioni legislative, informative, economiche e di cooperazione. In primo luogo, di una serie di indicatori e di obiettivi, e di una revisione della legislazione esistente, che non riesce a comprendere il valore dei servizi ecosistemici. Abbiamo bisogno di un ampliamento del campo di applicazione della direttiva sulla progettazione ecocompatibile, un rinnovamento della direttiva sui rifiuti e un focus speciale certe aree come gli edifici sostenibili”, aggiunge la relatrice.

Punti su cui, nel corso del dibattito in Aula, mostrano di concordare anche i commissari Frans Timmermans, responsabile per la Qualità della legislazione, e Jyrki Katainen, responsabile per l'Occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività. “La Commissione si è impegnata a presentare prima della fine dell'anno un pacchetto sull'economia circolare” dichiara Timmermans ribadendo il proprio impegno in tal senso e affermando di credere “appassionatamente” in questo tipo di transizione: “il futuro dell'economia europea non è nella competitività tra i salari bassi, non è nel creare prodotti con risorse finite, ma nel riutilizzare, riciclare, reinserire tali risorse nel ciclo economico”.

“L'attuale modello lineare non è sostenibile né ragionevole dal punto di vista economico, sociale e ambientale”, gli fa eco Katainen.

Relatori ombra e rappresentanti dei diversi gruppi politici concordano sulla bontà del testo approvato a Strasburgo.

“Il Pil e il suo tasso di crescita sono indicatori pensati per riflettere un modello consumistico lineare che ha distrutto la nostra Terra”, dichiara Tiziana Beghin (M5S) a nome della commissione Lavoro. “Per facilitare la transizione è necessario spostare la tassazione dal lavoro all'utilizzo delle risorse, differenziare l'Iva diminuendola per i beni riciclati o predisposti al riciclo e preparare i nostri paesi ai nuovi posti di lavori che deriveranno dall'economia circolare”.

Riutilizzo con obiettivi quantitativi, sanzioni fiscali sulla base del principio 'chi inquina paga', standard di produzione per rendere i prodotti più durevoli e sostenibili, lotta contro l'obsolescenza degli impianti: questi i punti chiave sottolineati nel parere sul testo realizzato dalla commissione Industria del Pe e indicato dall'eurodeputato Benedek Javor (Verdi)

“Vogliamo un'economia circolare per un sistema imprenditoriale più competitivo, in cui riutilizzare tutto ciò che può essere reimpiegato nel sistema produttivo. Per questo chiediamo alla Commissione una proposta ambiziosa, che sia allo stesso tempo sostenibile”, dichiara il presidente della commissione Ambiente Giovanni La Via (Ncd).

“Siamo di fronte a un documento coraggioso, credibile, innovativo, che contiene indicazioni precise per la Commissione europea”, dichiara l'eurodeputato Pd Massimo Paolucci. “L'economia circolare non è un sogno, ma un'urgente necessità poiché non si arresta il riscaldamento globale, e rappresenta una grande opportunità per l'Europa, perché non possiamo continuare a dipendere per il 60% da materie prime importate e recuperarne solo il 5%. “Con una coraggiosa transizione verso un'economia circolare è possibile creare occupazione, aumentare la ricchezza europea, divenire leader in settori strategici. Solo miopi e sordi continuano a ignorare l'importanza dell'economia ambientale”.

Pone la questione su un altro piano l'eurodeputata Pd Simona Bonafè: “L'economia circolare è un'opportunità unica per proiettare l'Europa in una nuova fase di sviluppo sostenibile, e sbaglieremmo a confinare l'economia circolare alla sola politica ambientale, dobbiamo considerarla un asse strategico dello sviluppo economico e industriale”.

“Con questo rapporto il Parlamento europeo invita la Commissione a formulare una proposta sull'economia circolare, fondamentale per cominciare a costruire un'Europa nuova e diversa, un'occasione formidabile per uscire da quel dogma ideologico che vede lo sviluppo e il profitto al centro”, dichiara l'europarlamentare M5S Piernicola Pedicini.

La collega Eleonora Evi sottolinea invece “una lacuna” del testo: “non si può parlare di economia circolare finché si parla di incenerimento, pratica che oltre a essere pericolosa per la salute e l'ambiente, pregiudica la piena transizione a tale modello economico”.

Photo credit: Auntie P / Foter / CC BY-NC-SA