Emissioni: plenaria conferma accordo su ETS
(Da www.euractiv.it)
Con 495 voti a favore, 158 contrari e 49 astensioni la plenaria del Parlamento europeo approva l'accordo raggiunto a maggio con il Consiglio sull'anticipazione al 2019 della riforma del meccanismo europeo per lo scambio delle quote di emissioni di CO2 (ETS), inizialmente prevista per il 2021.
A 10 anni dall'avvio, il mercato europeo dei permessi di emissione (Eu ETS) si prepara ad essere riformato. Una riforma, quella che ha ottenuto il via libera dell'Aula di Strasburgo, che mira a ridurre il surplus dei diritti di emissione destinati al mercato al fine di sostenerne il prezzo e facilitare cosi la riduzione della C
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Tale meccanismo rappresenta un tassello fondamentale del Pacchetto energia clima 2030, approvato dal Consiglio europeo il 23 ottobre, che prevede una riduzione obbligatoria delle emissioni di CO2 del 40% entro il 2030 nell'insieme dell'Ue rispetto ai livelli del 1990.
Al raggiungimento degli obiettivi del pacchetto concorreranno appunto l'ETS e NER 300 (New Entrant Reserve 300), il programma promosso dall'Esecutivo Ue in collaborazione con la Banca europea per gli investimenti che contribuisce alla realizzazione di progetti in materia di rinnovabili e tecnologie per la cattura e lo stoccaggio del carbonio con i proventi della vendita di 300 milioni di quote di emissione, e che verrà rinnovato con una dotazione di 400 milioni di quote di emissioni (NER400).
Sul fronte ETS, onde evitare il rischio di rilocalizzazione delle emissioni di CO2, il Consiglio ha deciso di andare avanti con l'assegnazione di quote gratuite e ha previsto l'istituzione di una riserva del 2% di quote Ue ETS per eventuali investimenti aggiuntivi da parte di stati membri con Pil inferiore al 60% della media Ue.
L'accordo raggiunto fra Parlamento e Consiglio dei ministri dell'Unione europea all'inizio di maggio riguarda la quota di riserva delle emissioni, che avrà il compito di far fronte alla questione dell'eccedenza che negli ultimi anni ha fatto crollare il prezzo della CO2. Il nuovo regolamento crea un sistema che preleva automaticamente una porzione di quote dal mercato per porle in una riserva di "stabilità", qualora l'eccedenza sia superiore a una certa soglia. Nello scenario contrario, le quote potrebbero essere restituite al mercato.
Secondo l'accordo, le 900 milioni di quote già congelate almeno fino al 2019 saranno collocate in riserva. Le eventuali quote rimanenti e non assegnate entro la fine dell'attuale fase di negoziazione (2020) dovrebbero essere messe in riserva, previa una revisione generale della direttiva Ets che sarà presentata dalla Commissione europea quest'anno.
La riserva di stabilità del mercato sarà operativa dal 1° gennaio 2019 anziché dal 2021, come proposto inizialmente da Commissione e Consiglio.
“La riserva di stabilità è uno strumento efficiente e orientato al mercato che stabilizza il nostro sistema ETS e quindi salva il pilastro centrale della politica di sostenibilità e contro i cambiamenti climatici in Europa”, dichiara il relatore Ivo Belet (Ppe). “La riserva - aggiunge - è un elemento fondamentale per fare in modo che i prezzi CO2 stimolino l'innovazione nel settore dell'efficienza energetica. Questa riforma mette l'Europa sulla strada giusta per raggiungere l'ambizioso obiettivo del 40% in meno di emissioni di CO2 entro il 2030”.
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