Schede primarie

Fondi per il Clima, rifiuti, protezione natura: le risposte del ministro Galletti al Question Time della Camera

02 Dicembre 2015

(Da www.minambiente.it)

Interrogazione a risposta immediata dall’On. Palese (Variazioni tariffarie per impianti trattamento RSU) La specifica tariffa di trattamento e smaltimento dei rifiuti è definita nel contratto di servizio che l’ente stipula con il soggetto aggiudicatario della  gara per l’individuazione dell’impianto di trattamento e/o di smaltimento a cui conferire i rifiuti.

E’ oggetto del contratto anche la definizione dell’eventuale clausola di revisione della tariffa stessa nonché i tempi e le modalità con le quali ciò deve avvenire.

La tariffa per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti costituisce una delle voci di costo utilizzate per la determinazione del contributo per la gestione dei rifiuti urbani, corrisposta dai cittadini, e che i Comuni o le ATO definiscono, in base al diritto vigente, nel piano economico-finanziario per garantire la copertura integrale dei costi.

Benché non sussista un pieno coinvolgimento del mio Ministero sul tema sollevato, bisogna tuttavia senz'altro evidenziare come gli indici elaborati dall’ISTAT rispondano a direttive comunitarie  e vengano prodotti secondo metodologie standard anch'esse non pienamente rientranti nell'area competenziale del Governo. Si tratta, ad ogni modo, di temi di grande importanza, su cui la nostra attenzione non potrà che rimanere vigile.

Ad ogni modo, si può precisare che al Ministero spetta invece l'adozione di un regolamento sulle modalità di definizione della tariffa, da parte degli enti locali, relativa alla gestione dei rifiuti che gli enti stessi devono adottare per determinare l’ammontare da addebitare a ciascuna utenza presente sul territorio di competenza per i servizi resi.

All’interno dell’eventuale riformulazione del richiamato regolamento, ai sensi dell’art. 238 del decreto legislativo n. 152/2006, il cosiddetto Codice Ambientale, si ritiene di poter analizzare la possibilità di individuare una base di riferimento comune, a livello nazionale, per la determinazione della tariffa di conferimento dei rifiuti agli impianti di trattamento e smaltimento nonché delle modalità di revisione della stessa.

Infine, è da ritenere opportuna la graduale transizione del sistema di reperimento presso l'utenza delle risorse volte alla copertura dei costi del servizio dei rifiuti verso un regime più propriamente tariffario, calibrato sulla effettiva modulazione del contributo di ciascun utente in base al servizio effettivamente percepito. Il ministero sta verificando la percorribilità tecnica di questa strada.  Credo che l'idea di affidare alla già esistente autorità per il sistema idrico anche la per la regolazione della tariffa sui rifiuti, possa rivelarsi uno strumento utile per agevolare l'attività dei comuni nella corretta gestione e nell'incentivazione delle migliori pratiche.


Interrogazione a risposta immediata dall’On. Zaratti e altri 

(Fondi destinati al  “Climate Change”)

I quattro miliardi di dollari citati dal Presidente Renzi nel corso dell’apertura dei lavori della COP21, si inquadrano nell’ambito delle politiche internazionali di cooperazione per la riduzione del cambiamento climatico e non su quelle nazionali.

L’annuncio si riferisce all’impegno che i Paesi sviluppati hanno preso a Copenaghen nel 2009 in occasione della COP 15,  di  provvedere a sostenere l’azione dei Paesi  in via di sviluppo in materia di cambiamento climatico, con 100 miliardi di dollari al 2020.

Nell’ambito dell’accordo di Parigi, i Paesi sono invitati a indicare come intendano raggiungere l’impegno preso a Copenaghen.

Si tratta dunque di attività di cooperazione per il Clima da realizzarsi in paesi Terzi.

I 4 miliardi di dollari, nel caso dell’Italia, costituiscono l'impegno che interessa il periodo dal 2015 al 2020. Parliamo di risorse già previste a legislazione invariata nei bilanci del Ministero degli affari esteri e della cooperazione, del Ministero dell’economia e della finanze ed il Ministero dell’ambiente, destinati proprio alla finanza per il Clima.

Nello specifico, questi provengono da:

I contributi ai fondi multilaterali quali il GEF (Global Environmental Facility) e il Green Climate Fund; la quota parte delle attivita’ di cooperazione gestite dal Ministero degli Affari Esteri dedicate ad interventi riferibili alla lotta al cambiamento climatico; l’incremento previsto, questo aggiuntivo, in legge di stabilita’ per le attivita’ di promozione dello sviluppo sostenibile per i Paesi in via di sviluppo (si ricorda che fra gli obiettivi di sviluppo sostenibile approvati questo settembre vi e’ anche la lotta ai cambiamenti climatici). Si tratta di importi pari a 120 milioni di euro per il 2016, 240 milioni di euro per il 2017 e 360 milioni di euro per il 2018, nonché, in proiezione futura per gli anni successivi, una somma stimata in 360 milioni di euro sia per il 2019 e il 2020 ;  il contributo previsto dalla legge di ratifica del Protocollo di Kyoto.

A questi si aggiungono i proventi derivanti dalle aste dei permessi di emissione, destinanti, tra le altre cose, ai sensi della normativa comunitaria, ad interventi di cooperazione internazionale in materia di cambiamenti climatici.

Peraltro, si evidenzia come, molte delle mozioni discusse in questi giorni, mirino ad utilizzare nella totalità le risorse derivate dalle aste per interventi di lotta ai cambiamenti climatici.

In conclusione, mi sembra che lo sforzo economico messo in atto dall'Italia per il contrasto ai cambiamenti climatici rappresenti un impegno alto e coerente, in linea con quanto sta facendo il nostro Paese, assieme all'Europa, per giungere a un successo alla Cop di Parigi.


Interrogazione a risposta immediata dall’On. Gigli (Iniziative per l’ottimizzazione del ciclo del rifiuto urbano)

Elenco le iniziative di maggior rilievo oggi attive per l’ottimizzazione del ciclo dei rifiuti urbani.

In tema di incenerimento e compostaggio

In attuazione all’art. 35 dello Sblocca Italia, il mio Ministero ha predisposto una prima bozza di decreto per individuare il fabbisogno residuo di impianti di recupero della frazione organica dei rifiuti urbani raccolta in maniera differenziata, articolato per Regioni. Lo schema del provvedimento è stato sottoposto al parere della Conferenza Stato-Regioni nel marzo 2014 e a settembre 2015, acquisendo le osservazioni degli Enti. Attualmente lo schema del provvedimento è in fase di revisione e sarà a breve inviato alla Conferenza per un ultimo confronto prima dell’approvazione finale.

Anche lo schema di decreto in materia di incenerimento dei rifiuti si trova in fase di revisione, dopo essere stato sottoposto alla Conferenza Stato-Regioni per 2 volte, per aggiornarlo con gli ultimi dati ISPRA riferiti al 2014. Un nuovo testo sarà presto inviato alla Conferenza per l’ultimo esame prima dell’approvazione.

Il provvedimento ha rispettato, nell’individuazione del fabbisogno di ciascuna regione, la gerarchia dei rifiuti, tenendo in debito conto gli effetti della prevenzione sulla riduzione dei rifiuti, nonché gli obiettivi di legge di raccolta differenziata. In taluni casi sono stati presi in considerazione per effettuare il calcolo del fabbisogno di incenerimento anche le previsioni di raccolta differenziata dei piani di gestione dei rifiuti, laddove questi prevedano di raggiungere percentuali di differenziata superiori a quelle di legge.

In tema di compostaggio domestico e di comunità, ricordo che nel collegato ambientale sono previste norme per incentivarlo. Uno specifico decreto Ministeriale stabilirà successivamente i criteri operativi e le relative autorizzazioni semplificate.

In tema di prevenzione

Il Ministero sta lavorando sulla bozza di un decreto attuativo dell’art. 180-bis  del Codice Ambientale nel quale sono definite le modalità per la costituzione e il sostegno di centri e reti accreditate di riparazione/riutilizzo, con procedure semplificate e un catalogo di prodotti e rifiuti di prodotti da sottoporre a riutilizzo.

In tema di Sottoprodotti

Il Ministero sta predisponendo un decreto per stabilire i requisiti che i residui devono possedere per essere considerati sottoprodotti. Tale decreto aiuterà gli operatori del settore riducendo i tempi, i costi e gli oneri della gestione.

In tema di End of Waste

E' attivo un tavolo tecnico con Ispra, l’Istituto Superiore di Sanità e il Ministero della Salute per predisporre i decreti “End of Waste” dei materiali segnalati anche dal mondo produttivo; in particolare si sta lavorando ad una bozza di decreto per individuare gli specifici criteri, soddisfatti i quali, il fresato di asfalto può cessare di essere un rifiuto. A breve, si inizierà a lavorare sui rifiuti in legno, gomma da pneumatici fuori uso, PET da imballaggio e non, rottame di vetro, ed altri.

In tema di discariche abusive

A fronte della condanna dell'Italia presso la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, il Ministero ha adottato tutte le iniziative necessarie per fornire il necessario supporto:

  • a Regioni e Comuni, competenti per la realizzazione degli interventi sulle discariche abusive oggetto di condanna;.
  • al Ministero dell’Economia, competente per l’esercizio del diritto di rivalsa;.
  • al Dipartimento per le Politiche Europee, per il monitoraggio e l’acquisizione della documentazione richiesta dalla Commissione Europea.

Allo stato risultano ancora 185 discariche abusive da adeguare alla normativa ambientale.

Sono in corso di notifica i decreti del Presidente del Consiglio di diffida nei confronti delle Amministrazioni locali e regionali che risultano ancora inadempienti, affinché procedano ad un sollecito adeguamento delle discariche. In caso di esito negativo, si procederà alla nomina di Commissari di Governo


Interrogazione a risposta immediata presentata dall’On.le Borghesi e altri

(Divieto di vendita o detenzione di alcune specie di uccelli)

Il fenomeno oggetto dell'interrogazione investe, come è noto, in particolare alcune province del Nord, legate a tradizioni gastronomiche riguardanti la selvaggina minuta.

In relazione a quanto affermato dagli Onorevoli interroganti circa il commercio di uccelli provenienti dall’estero anche se protetti in Italia, si evidenzia che la modifica all’articolo 21 della legge n. 157 del 1992 introdotta con la Legge Comunitaria 2014 è risultata necessaria per adeguare la normativa nazionale al dettato della Direttiva 09/147/CE.

Infatti in passato, per sopperire alla mancanza di piccoli uccelli protetti dalla legge europea, molti ristoratori ricorrevano all'acquisto di uccelli di piccola taglia provenienti da Paesi extra europei, dove la loro cattura e la caccia è attività consentita.

Sul tema la Commissione Europea aveva aperto contro l’Italia la procedura EU-Pilot 5391/13/ENVI, che è stata archiviata solo a seguito della modifica normativa che ho precedentemente richiamato.

La normativa comunitaria non prevede deroghe al divieto di importazione e commercio delle specie protette. Pertanto eventuali soluzioni per rimediare al danno all’economia locale più volte evidenziato dagli Onorevoli interroganti, dovranno essere ricercate nel rispetto delle prescrizioni esistenti.

Per quanto attiene il “Tavolo Tecnico”, cui si era già in passato data piena disponibilità, nell'evidenziare il ruolo primario delle amministrazioni competenti in materia, allo stato attuale restiamo ancora in attesa di ricevere proposte concrete e percorribili da parte delle associazioni di categoria interessate.

Resto aperto e disponibile al confronto, cosi come ho ribadito in varie occasioni, ma seguendo strade che contemperino le richieste dei ristoratori con l'esigenza prioritaria di muoverci nell'ambito delle norme comunitarie e di non esporre l'Italia a procedure di infrazione e quindi a costi per tutti i cittadini.