Galletti: Africa snodo strategico per la sfida della sostenibilità globale
(Da www.minambiente.it)
Il discorso integrale del ministro Galletti alla alla conferenza Italia-Africa alla Farnesina, in apertura del panel "Socio-Environmental Sustainability". All'interno l'impegno economico del ministero per l'Africa.
Illustri Colleghi,
A partire dalla Conferenza di Rio del 2012, la comunità internazionale ha compiuto un lungo cammino. Un percorso complesso, che ha visto accelerazioni ma anche pesanti battute d’arresto.
Oggi però possiamo dire d’aver vissuto i 12 mesi del 2015 che probabilmente hanno cambiato il corso socio-economico della storia dell’umanità in chiave ecologica, ridisegnando il quadro internazionale di ambiente e sostenibilità, divenendo un vero e proprio punto di svolta dello Sviluppo sostenibile globale, reindirizzando le politiche nazionali e quelle di cooperazione internazionale.
Un anno indimenticabile e probabilmente irripetibile il 2015.
A Maggio Papa Francesco ha emanato l’Enciclica “Laudato Sì”, documento fondamentale che ha restituito spessore etico alla questione climatica, ha richiamato i paesi industrializzati al dovere morale di saldare il loro “debito ambientale” verso i paesi in via di sviluppo, ha sottolineato l’esigenza di una lettura dell’ecologia che sia integrale e cioè economica e sociale oltre che ambientale.
Nel giugno 2015, al Vertice del G7 di Elmau, l’Italia, assieme a Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti ha annunciato un accordo per una riduzione delle emissioni compresa tra il 40 e il 70 per cento, rispetto ai livelli registrati nel 2010, entro il 2050.
A luglio, ad Addis Abeba, la Terza Conferenza Internazionale sul finanziamento allo sviluppo ha adottato una piattaforma d’azione che prevede un rinnovato impegno degli Stati a incrementare la finanza pubblica e privata per attuare gli obiettivi di sviluppo sostenibile.
L’adozione dell’Agenda 2030, a settembre dello scorso anno, ha segnato un notevole progresso sul percorso che definisce il nostro futuro comune e che ridefinisce le nostre politiche per i prossimi 15 anni, stabilendo i nuovi obiettivi globali integrando la dimensione ambientale, sociale ed economica.
Infine, a dicembre, la 21° Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici di Parigi ha segnato finalmente una svolta nella lunghissima trattativa internazionale sul clima, con l’adozione di un accordo internazionale finalizzato alla riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra. Per la prima volta, dopo Kyoto, si è stabilito un obiettivo comune da perseguire: contenere l’aumento della temperatura del pianeta al di sotto dei 2° C con l’ambizione fermare del riscaldamento globale l’incremento entro un grado e mezzo.
Ancora più importante è, a mio parere, il successo ottenuto dall’iniziativa