Schede primarie

Grexit: accordo raggiunto, debito e nuovi prestiti, i primi dettagli

13 Luglio 2015

(Da www.euractiv.it)

© European Union, 2015

Accordo raggiunto all’unanimità. Dopo trenta ore di trattativa, l’Eurogruppo ha scongiurato l’ipotesi di uscita della Grecia dall’euro.

“Non ci sarà nessuna Grexit”. Il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker usa queste parole per sintetizzare l’esito delle trenta ore di Eurogruppo, da poco concluse: l’accordo tra Grecia e creditori è stato raggiunto, sulla base di nuovi aiuti compresi tra 82 e 86 miliardi e un robusto piano di riforme, che il Parlamento greco dovrà approvare immediatamente. Tornerà anche la vigilanza della Troika e sarà creato un Fondo fiduciario con asset ellenici, che saranno usati per garantire i paesi membri.

L'annuncio di Tusk

A dare l’annuncio per primo è stato il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk: “L'Eurosummit ha raggiunto un'intesa unanime. Siamo pronti per partire con il programma di supporto finanzario del fondo Salva stati e riforme serie”. L’accordo è arrivato dopo oltre trenta ore di trattativa ininterrotta e, di fatto, scongiura l’ipotesi che la Grecia possa uscire dall’euro. Soddisfazione dal premier greco Alexis Tsipras: “Abbiamo mandato un messaggio di dignità a tutta Europa”.

Tra 82 e 86 miliardi di aiuti

Non sono ancora noti tutti i dettagli tecnici, che in parte devono ancora essere limati. Dal punto di vista del nuovo impegno chiesto ai creditori, siamo a una cifra compresa tra 82 e 86 miliardi di euro. Una parte di questo denaro (circa 25 miliardi) permetterà di ricapitalizzare le banche, rimettendo in piedi il sistema del credito del paese, completamente devastato dopo le ultime settimane. In cambio, la Grecia si impegna ad approvare un piano di riforme molto articolato già nelle prossime ore.

Il Fondo di garanzia

Circa cinquanta miliardi di asset di Atene saranno collocati in un Fondo fiduciario che servirà a garantire gli aiuti. Nel suo board è prevista “la presenza di esperti che verificheranno quali saranno i beni che meglio si prestano” allo scopo, ha spiegato il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem. Non ci sarà taglio sul debito, ma un allungamento dei tempi dei rimborsi, a patto però che l’attuazione del programma sia positiva. Resta, poi, un ruolo di primo piano del Fondo monetario internazionale nella gestione del salvataggio.

Il via libera del Parlamento greco

Sarà il Parlamento greco a dover fare il prossimo passo, legiferando sulle diverse riforme concordate nell’ambito della proposta. Se l’assemblea accoglierà tutti i punti, sarà possibile dare mandato per la fase conclusiva del negoziato: la trattativa del sostegno del Fondo salva Stati. Non sarà un passaggio semplice: l’ala più radicale di Syriza potrebbe invocare il tradimento del referendum della scorsa settimana. Nelle prossime ore anche la Bce dovrebbe dare risposte sul piano di liquidità di emergenza per le banche elleniche.

Renzi: referendum è stato un errore

La svolta viene commentata così dal premier italiano Matteo Renzi: “Avere evitato la rottura sulla Grecia è un fatto importante e significativo, anche se ci sarà molto da lavorare ancora”. Per il primo ministro, “il referendum è stato un errore, anche per quei modi: indirlo senza dire nulla dopo essersi alzato dal tavolo e averlo fatto leggere dalle agenzie”. L’intesa di oggi, invece, “è stata trovata con il coinvolgimento davvero di tutti”.

Il ritorno della Troika

La cancelliera tedesca Angela Merkel, per parte sua, sottolinea il ritorno della Troika: le “tre istituzioni” riprenderanno la loro supervisione in Grecia. Negli ultimi mesi la presenza di Commissione, Fmi e Bce nel paese era stata bloccata da Tsipras. Merkel spiega anche che il Parlamento greco, adesso, dovrà approvare “tutte le condizioni” previste dall'accordo, altrimenti non si potrà procedere. Sul piano si pronunceranno anche i Parlamenti nazionali, Bundestag in testa. 

Link Grexit: Le voci degli analisti, l'Europa ora deve cambiare rotta Grexit: Ferraguto (Bocconi), ristrutturare il debito ora è la priorità