Schede primarie

I sei modi in cui il mondo del lavoro si sta evolvendo

19 Agosto 2019

(Da ec.europa.eu)

La tecnologia stimolerà la crescita delle imprese

Nei prossimi anni, quattro tecnologie chiave – Internet mobile ad alta velocità, intelligenza artificiale, analisi dei megadati e tecnologia cloud – avranno un ruolo più significativo, contribuendo a migliorare le prestazioni delle imprese. Le tendenze socioeconomiche quali la crescita economica nei vari paesi e le migliori opportunità di accesso all’istruzione (in particolare nelle economie in via di sviluppo) creeranno nuove opportunità per le imprese. L’attuale transizione verso un’economia più rispettosa dell’ambiente comporterà anche progressi nelle tecnologie verdi.

Le imprese faranno un ricorso alla tecnologia più intenso e in tempi più rapidi

È atteso che oltre l’80 % delle imprese adotti strategie di analisi dei megadati e degli utenti entro il 2022. Lo stesso vale per le nuove tecnologie e tra alcune delle grandi tendenze del futuro vi sono maggiori investimenti in materia di apprendimento automatico, realtà aumentata e realtà virtuale.

L’automazione costerà alcuni posti di lavoro, ma ne creerà anche di nuovi

Nei prossimi anni il ricorso all’automazione continuerà ad aumentare: quasi il 50 % delle imprese si attende di ridurre il proprio organico a tempo pieno. Tuttavia, quasi il 40 % prevede di aumentarlo, grazie a nuovi ruoli che stimolano la produttività, e più di un quarto si aspetta che l’automazione sfoci nella creazione di posti di lavoro del tutto nuovi per tipologia in seno all’azienda.

Esseri umani e macchine si spartiranno il carico di lavoro

Con la tendenza della tecnologia a farsi più sofisticata, l’uso di diversi tipi di macchine sul posto di lavoro non potrà che aumentare. Entro il 2022, il saldo tra l’orario di lavoro svolto dagli esseri umani e quello svolto dalle macchine passerà rispettivamente dal 71 % al 29 % di oggi al 58 % e al 42 %. Tra i settori in cui si prevede che le macchine siano maggiormente impiegate vi sono l’esecuzione di ragionamenti logici, il processo decisionale e il lavoro amministrativo.

Vi sarà richiesta di nuovi ruoli

Senza sorpresa, è atteso che ruoli come quelli degli analisti di dati, degli sviluppatori di software e di applicazioni, degli specialisti del commercio elettronico e dei media sociali saranno tutti soggetti a una crescente domanda nei prossimi anni. Tuttavia, saranno richiesti anche i ruoli che prevedono competenze più tradizionali (ad esempio comunicazione e negoziazione): tra questi, gli addetti ai servizi clienti, i professionisti delle vendite e del marketing e gli specialisti in materia di formazione e sviluppo.

Inoltre, saranno creati diversi nuovi ruoli specializzati, in risposta a progressi tecnologici nel campo dell’intelligenza artificiale, dell’apprendimento automatico, della robotica e dell’analisi della sicurezza delle informazioni. Si prevede inoltre che lo sviluppo dell’industria verde e del settore dell’assistenza sanitaria comporti una molteplicità di posti di lavoro di recente creazione, e il fabbisogno di manodopera è già in aumento.

Saranno necessarie nuove competenze

L’occupazione di tutti questi nuovi posti richiederà il possesso di competenze nuove. Anche se la prossima generazione di lavoratori può avere l’opportunità di acquisirle nei vari cicli d’istruzione, sarà necessario procedere anche alla riqualificazione (una neo-formazione centrata sulle competenze richieste dalle imprese moderne) e al perfezionamento (l’insegnamento di abilità supplementari) dei lavoratori attualmente in organico. Infatti, secondo le previsioni, entro il 2022 per il 54 % di tutti i dipendenti sarà richiesto un apprezzabile lavoro di riqualificazione o perfezionamento. Se da una parte alcune di queste abilità saranno specifiche per determinate tecnologie, dall’altra vi sarà anche un crescente bisogno di competenze «umane», quali creatività, originalità, capacità di persuasione e di negoziazione.

Ci auguriamo che questo articolo abbia delineato un quadro del futuro del mondo del lavoro. Anche se è innegabile che la tecnologia e le macchine plasmeranno il nostro futuro, con l’addentrarsi nel 21o secolo è altrettanto evidente che vi è ancora posto per le competenze «umane» più tradizionali: ne consegue un’abbondanza di opportunità sia per i lavoratori sia per le imprese.

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