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Mercato unico digitale: Parlamento, problemi su tassazione e Pmi

19 Maggio 2015

(Da www.euractiv.it)

Dubbi su tutela delle Pmi, tempi, tassazione. La strategia della Commissione sul Digital single market passa al vaglio del Parlamento europeo. E, dopo la soddisfazione della prima ora, cominciano a emergere le prime perplessità.

Poca considerazione per le piccole e medie imprese, vincoli troppo stringenti per Internet, problemi con la tassazione e dubbi sui tempi di attuazione degli interventi. Il Parlamento europeo ha discusso martedì il pacchetto sul Mercato unico digitale, presentato nei giorni scorsi dalla Commissione europea. Così, dopo il coro di pareri positivi della prima ora, cominciano a emergere perplessità su molti passaggi della nuova strategia di Bruxelles.

Vincoli per le pmi

“Bisognerebbe fare di più per le piccole e medie imprese che oggi sono molto limitate e che devono pagare troppo per superare i confini nazionali, non c’è solo Amazon”. Le parole arrivano da diversi deputati del gruppo Alde e rispecchiano la principale perplessità dell’assemblea sul pacchetto presentato dalla Commissione: le Pmi non sono adeguatamente considerate nella strategia, che pare invece tagliata su misura delle grandi multinazionali.

Sviluppo del commercio elettronico

David Borrelli del M5S batte sullo stesso punto. “Ad oggi solo il 7% delle Pmi vende fuori dal proprio paese. Su questo resta molta strada da percorrere. Sviluppare il commercio elettronico è la nuova frontiera. Dobbiamo semplificare e rendere più chiare le transazioni tra Stati membri”. Su questo, però, le indicazioni date dal commissario Andrus Ansip con la strategia sono piuttosto limitate.

Tassazione nel mirino

Marine Le Pen solleva la questione della tassazione. “Bisogna agire sul tema dell’Iva prima che crollino gli introiti. Il mancato pagamento dell’imposta da parte di molti operatori Internet è un grande problema. Il mercato unico digitale non fa le scelte giuste su questo, ed è destinato a fallire. Penso agli ebook, che prima erano tassati al 5% e ora sono arrivati al 20%, proprio per obbedire alle indicazioni di Bruxelles”. Diversi deputati britannici, sul punto, denunciano come l’Ue “vuole armonizzare tutto in maniera ossessiva e questo crea problemi sui regimi Iva”.

Tempi lenti

Un problema, poi, è costituito dai tempi. “Chiediamo alla Commissione di definire i diversi punti nel programma di azione e di farlo quanto prima. Ogni ritardo permetterà agli stati membri di addurre pretesti per bloccare il regolamento”, è stato ripetuto più volte. L’attuazione di tutti i punti della strategia sembra un percorso parecchio lungo.

La risposta di Ansip

Sul punto, però, è lo stesso Ansip a rassicurare. “Non vogliamo ridurci alla fine del nostro mandato, c’è un senso di urgenza nella Commissione. Faremo tutto quest’anno o il prossimo. Il Digital single market non è un fine ma è solo un punto di partenza, ho intenzione di portare avanti una cooperazione fruttuosa con il Parlamento e i paesi membri nel corso del prossimo anno”.

Attenzione ai contenuti

Infine, bisogna fare più attenzione ai contenuti. “L’innovazione è fondamentale ma Internet deve restare la sede dell’innovazione e della creatività, deve restare aperto alle persone e alle Pmi”. Quindi, come spiega la parlamentare francese Francois Grossetête: “L’Europa deve creare digitale e non soltanto usufruirne. Quindi, bisogna sostenere il diritto d’autore”.