Schede primarie

Pe: plenaria; ok biocarburanti, buste plastica, ecall

28 Aprile 2015

(From www.euractiv.it )

 European Parliament / Foter / CC BY-NC-ND

Biocarburanti, sacchetti di plastica e dispositivi d'emergenza e-call. Sono le tematiche al centro dei primi testi approvati in plenaria.

Biocarburanti

Il progetto per fissare un tetto massimo alla produzione di biocarburanti derivati da colture agricole e per accelerare il passaggio a fonti alternative è stato approvato martedì dal Parlamento. Il piano mira a ridurre le emissioni di gas a effetto serra, derivanti dal crescente utilizzo di terreni agricoli per le colture impiegate per la produzione di biocarburanti.

I biocarburanti di prima generazione, cioè prodotti a partire da cereali e da altre colture amidacee, zuccherine e oleaginose, sono infatti accusati di minacciare la sicurezza alimentare, per la sottrazione di terre fertili alla produzione agricola, ma anche di aumentare le emissioni inquinanti, a causa del disboscamento delle foreste, e di incentivare il fenomeno del 'land grabbing', l’accaparramento di terreni soprattutto nel SudEst asiatico, in Africa e in America Latina.

Diverse le aperture concesse dagli eurodeputati al Consiglio nel corso del negoziato – come riportato da EurActiv -, a cominciare dalla soglia massima di contributo dei biocarburanti tradizionali agli obiettivi fissati dalla direttiva sulle fonti rinnovabili. Nell'ambito del target del 10% di energia verde nel settore dei trasporti entro il 2020, il ricorso ai biocarburanti di prima generazione non dovrà superare il tetto del 7%, contro il 6% richiesto dal relatore del testo per il Pe Nils Torvalds (Alde) e il 5% proposto dall'Esecutivo comunitario.

La posizione degli Stati membri ha prevalso anche sul fronte dei biocarburanti avanzati, cioè ricavati da materie prime che non generano un'ulteriore domanda di terreni: a fronte del target del 2,5% di copertura della domanda di energia con biocarburanti di seconda generazione da raggiungere entro il 2020 proposto dall'Europarlamento, il compromesso ha previsto solo un obiettivo indicativo al 2020 dello 0,5%. Ciascun Paese Ue dovrà fissare il proprio target per i biocarburanti avanzati entro 18 mesi dall'entrata in vigore della direttiva comunitaria.

“Siamo riusciti a finalizzare un dossier molto tecnico, tecnologico e ideologico”, sottolinea Torvalds. “Avevamo obiettivi molto più alti, sia in termini di riduzione delle emissioni di gas serra, sia di progresso tecnologico. Abbiamo anche il problema sistemico della minoranza di blocco in seno al Consiglio, che si sviluppa a volte in una dittatura della minoranza, con gli stati membri che hanno paura del futuro”, conclude il relatore.

Con questo testo l'Ue “fa un passo nella direzione giusta, per costruire futuro più verde e sostenibile”, dichiara l'eurodeputato S&D Sergio Cofferati

Un compromesso, quello raggiunto tra Parlamento e Consiglio e che ha ricevuto il via libera della plenaria, che però non trova tutti concordi. “Difficile definirlo compromesso: si tratta di una atto di imposizione da parte del Consiglio, che non ha voluto tenere conto della posizione del Parlamento europeo”, dichiara l'eurodeputato M5S Nicola Pedicini. I ministri, prosegue, hanno “annacquato irrimediabilmente la proposta del Parlamento”.

Tenta di mediare il presidente della commissione Envi Giovanni La Via (Ncd), che definisce l'accordo raggiunto tra rappresentanti dei paesi membri e europarlamenti “l'unico compromesso possibile”.

Buste plastica

Luce verde anche all'introduzione di nuove regole che limiteranno drasticamente l'uso di buste di plastica nell'Ue. In base alle nuove regole, gli stati membri potranno decidere tra due opzioni: da un lato fissare un obiettivo nazionale, cioè un tetto al consumo medio pro capite pari a 90 sacchetti entro la fine del 2019 e, successivamente, a 40 sacchetti pro capite entro il 2025; dall'altro, il singolo Paese può stabilire un sistema di prezzo dei sacchetti.

Le norme lasciano quindi liberi i paesi di usare buste biodegradabili, settore nel quale l'Italia è leader in Europa, avendo già messo al bando i sacchetti leggeri nel 2011. Misura che ha sì anticipato di qualche anno le politiche comunitarie, ma che ha anche provocato l'avvio di una procedura di infrazione da parte di Bruxelles, per la mancata notifica della decisione e per il possibile impatto negativo della misura sulla libera circolazione delle merci nel mercato interno – come riportato da EurActiv.

“Questa legislazione creerà una vera e propria situazione favorevole per tutti”, dichiara Margrete Auken (Verdi), relatrice del testo, “stiamo parlando di un problema ambientale immenso. Miliardi di sacchetti di plastica finiscono direttamente in natura come rifiuti non trattati”.

e-call

Approvato a larghissima maggioranza un progetto di regolamento sui dispositivi d'emergenza e-call, in grado di allertare automaticamente servizi di soccorso in caso di incidente stradale.

Il sistema e-call a bordo dei veicoli utilizza una tecnologia che effettua automaticamente una chiamata d'emergenza al numero 112 in caso di incidenti stradali gravi. Le informazioni trasmesse permettono di conoscere immediatamente il tipo e le dimensioni dell'operazione di salvataggio necessaria, l’esatta localizzazione dell’incidente, consentendo, quindi, ai soccorsi di raggiungere il luogo più velocemente e di salvare vite, ridurre la gravità delle lesioni e il costo degli ingorghi.

Gli eurodeputati hanno rinforzato il progetto legislativo sulla clausola di protezione dei dati affinché il sistema di bordo e-call non sia tracciabile prima dell'avvenuto incidente. Secondo le nuove approvate, la chiamata automatica fornirebbe ai servizi di emergenza solo le informazioni minime, come ad esempio il tipo di veicolo, il combustibile utilizzato, il momento dell'incidente, la posizione esatta e il numero di passeggeri.

L'installazione di questi sistemi salvavita sui nuovi modelli di auto e furgoni leggeri dovrà essere effettuata entro il 31 marzo 2018.  

Photo credit: European Parliament / Foter / CC BY-NC-ND