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Piano Juncker: dal Parlamento semaforo verde all'Efsi

24 Giugno 2015

(Da www.euractiv.it)

© European Union, 2015

Piano Juncker in rampa di lancio. Il Parlamento europeo ha dato via libera alle regole del nuovo Fondo per gli investimenti strategici (Efsi). A settembre partirà la selezione dei primi progetti.

La Plenaria del Parlamento europeo ha approvato il quadro regolatorio dell’Efsi, il fondo europeo per gli investimenti che farà da base per il piano Juncker. A questo punto, il sistema di garanzie attivato dalla Commissione europea è pronto per partire. Dopo un lavoro di preparazione nelle ultime settimane prima della pausa estiva, la selezione dei progetti inizierà già nel mese di settembre. Il Fondo avrà a disposizione 21 miliardi di euro, da utilizzare in garanzie, e sarà guidato da un sistema di governance duale.

Sotto la Bei

L’Efsi, nella versione approvata dalla Plenaria, concordata con Commissione e paesi membri, sarà istituito sotto il cappello della Banca europea per gli investimenti. E, nel corso dei prossimi anni, potrebbe cambiare ragione sociale. Per i primi tre anni, infatti, supporterà progetti in un ventaglio molto ampio di settori: trasporti, energia, Tlc, educazione, salute, ricerca, finanza, Pmi. Le sue garanzie saranno destinate a interventi dall’impatto positivo in termini economici e sociali, senza particolari vincoli predefiniti sulla distribuzione. Alla fine dei tre anni la Commissione sottoporrà agli altri organi una valutazione indipendente dei risultati raggiunti dal fondo. A quel punto, si deciderà se confermare il suo funzionamento o eliminarlo. Potrebbe, quindi, essere soppresso o avere un’operatività più limitata. Il piano, comunque, dovrà integrare e non sostituire gli altri programmi dell’Ue e della Bei.

Plafond da 21 miliardi

La struttura finanziaria dell’operazione prevede che il Fondo abbia a disposizione 16 miliardi di garanzie prese dal bilancio comunitario e 5 miliardi dalla Bei, per un totale di 21 miliardi. Il denaro europeo sarà prelevato dal Connecting Europe facility e da Horizon 2020, i due programmi destinati alle infrastrutture e alla ricerca. Ma, per venire incontro alle richieste del Parlamento europeo, sarà integrato dai residui non spesi del budget annuale dell’Ue. Su questo punto c’è stato uno dei passaggi più critici della trattativa con l’Assemblea. Alla fine, questa quota avrà un peso maggiore rispetto alle attese della vigilia, limitando l’impatto su Horizon 2020 e Cef.

La protezione dal rischio

Il Fondo avrà la funzione di proteggere dal rischio gli investimenti approvati nel quadro del piano. Il suo obiettivo sarà consentire ai privati di partecipare a operazioni che, altrimenti, sarebbero risultate finanziariamente insostenibili. L’Efsi, quindi, non si muoverà basandosi su criteri di sostenibilità di mercato. Grazie all’operatività di queste garanzie sarà raggiunto il famigerato moltiplicatore di quindici volte, che consentirà di mobilitare risorse per oltre 300 miliardi di euro.

Governance duale

Interessanti le scelte fatte per la governance della nuova struttura, che sarà duale. Un comitato di indirizzo fisserà la strategia generale, le politiche di investimento e il profilo di rischio del fondo. Per assicurare l’imparzialità del comitato, i suoi membri verranno dalla Commissione e dalla Bei. Il loro numero sarà proporzionale al contributo delle relative istituzioni alla composizione del fondo. Al livello successivo ci sarà un comitato indipendente per gli investimenti, che selezionerà i progetti ai quali sarà garantito il supporto dell’Efsi. Sarà composto da otto esperti indipendenti e da un direttore esecutivo, che avrà la responsabilità quotidiana della gestione del fondo.

I contributi dei paesi membri

Gli Stati membri potranno contribuire al fondo in garanzie o in denaro liquido, mentre altri soggetti potranno investire solo denaro liquido. Importanti le regole di indipendenza dell’Efsi: qualsiasi forma di contribuzione di uno Stato membro, infatti, non potrà influire sulle scelte dei due comitati, che resteranno completamente indipendenti. In questo contesto, potranno intervenire anche terze parti, come le banche di investimento nazionali. A margine del fondo, sarà costituito anche un Hub per gli investimenti europei, una struttura dedicata a consigliare e supportare la formazione di nuovi progetti. 

Link Piano Juncker: primi progetti per 300 milioni Piano Juncker: rischio taglio per gli investimenti in infrastrutture Il testo votato dal Parlamento