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Commercio: Usa primo partner Ue per servizi

12 Giugno 2015

(Da www.euractiv.it)

Commercio

Negli ultimi cinque anni, il commercio dell'Unione con i paesi extra-Ue è aumentato significativamente nel settore dei servizi. Per il comparto, in cima alla lista dei partner commerciali dell'Ue si piazzano gli Usa. A dirlo è l'ultimo rapporto di Eurostat.

Aumenta il commercio Ue di servizi nel mondo

Secondo gli ultimi dati pubblicati dall'Ufficio statistico europeo Eurostat, dal 2010 al 2014 l'export dei servizi dell'Ue verso il resto del mondo ha sperimentato un'impennata del 29%, dai 568,7 miliardi di euro del 2010 ai 734,8 miliardi di euro del 2014. Nello stesso periodo è cresciuto significativamente anche il dato delle importazioni Ue di servizi dal resto del mondo, che ha registrato un aumento del 27%, da 458 a 583,4 miliardi di euro.

Il surplus commerciale dell'Ue nel settore dei servizi, riferisce Eurostat, è stato in costante aumento tra il 2010, quando era di 110,7 miliardi di euro, e il 2013, quando ha raggiunto quota 178,1 miliardi di euro, per poi subire un calo nel 2014, con un dato pari a 151,4 miliardi di euro.

Relativamente al 2014, il surplus commerciale dell'Ue nel comparto è dovuto soprattutto alle eccedenze dei servizi finanziari (+41,7 miliardi di euro) e dei servizi riguardanti telecomunicazioni, informatica e informazione (+41 miliardi). Il maggior deficit commerciale si registra, invece, per l'utilizzo della proprietà intellettuale (-31.8 miliardi).

I trasporti e i viaggi rappresentano, per il 2014, le due principali categorie di servizi scambiati dall'Unione europea, pari al 33% delle esportazioni totali extra-Ue e al 37% delle importazioni.

Usa: primo partner commerciale dell'Ue

Per quanto riguarda la distribuzione geografica degli scambi, nel 2014 gli Stati Uniti sono stati il principale partner commerciale dell'Unione europea, sia per l'import che per l'export.

In particolare, le importazioni da parte dell'Ue di servizi provenienti dagli Usa hanno registrato un valore di 182 miliardi di euro, pari al 31% delle importazioni totali da paesi extra Ue. Gli States sono seguiti da Svizzera (65,7 miliardi di euro e 11% del totale), Cina (22,6 miliardi di euro e 4% del totale), Giappone (15,3 miliardi di euro e 3%), Russia (12,4 miliardi di euro e 2%) e Canada (11,3 miliardi di euro e il 2%).

Per quanto riguarda l'export, le spedizioni di servizi Ue verso gli Stati Uniti hanno raggiunto un valore di 193,6 miliardi di euro, pari al 26% delle esportazioni extra Ue totali. Seguono gli Usa la Svizzera (103,5 miliardi di euro e 14%), la Cina (31,7 miliardi di euro e 4 %), la Russia (28,9 miliardi dio euro e 4%) e il Giappone (25,6 miliardi di euro e 3%).

Nel 2014, l'Unione europea ha registrato eccedenze negli scambi di servizi con tutti i suoi partner principali, ad eccezione di Hong Kong (-0,2 miliardi di euro). Il maggiore surplus è stato registrato con la Svizzera (37,8 miliardi di euro), seguita da Russia (16,4 miliardi di euro), Stati Uniti (11,6 miliardi di euro), Giappone (10,3 miliardi di euro) e Cina (9,2 miliardi di euro).

La situazione italiana

Dall'ultimo rapporto Eurostat sul commercio extra-Ue dei servizi i dati relativi all'Italia risultano confidenziali e non sono quindi stati resi pubblici. Sono invece disponibili i dati Istat relativi al commercio extra-Ue di beni e servizi per il 2014.

A dicembre 2014, rispetto allo stesso mese del 2013, Istat ha rilevato una crescita tendenziale dell’export, pari al 5,3%. Su base annua, si è assistito, invece, a un calo delle importazioni, pari all'8,7%, dovuto soprattutto alla forte contrazione degli acquisti di energia, pari al 35,3%.

Per quanto riguarda il commercio con paesi extra Ue, il dato complessivo del 2014 risulta stabile (-0,1%) per le esportazioni e in calo (-5,4%) per le importazioni. Al netto del dato dell’energia, tuttavia, sia l'import che l'export presentano dinamiche positive.

Nel 2014, alcuni dei principali mercati di sbocco extra Ue hanno presentato andamenti divergenti. Hanno fornito un forte impulso alla crescita dell'export sui mercati esteri gli Stati Uniti (+10,2%), i paesi EDA -  le Economie dinamiche asiatiche - (+9,6%), la Cina (+6,6%) e i paesi ASEAN - Associazione delle nazioni del sud-est asiatico - (+5,1%) . Al contrario, la marcata flessione dell’export verso alcuni mercati, quali Russia (-11,6%), Giappone (-10,9%), paesi del Mercosud - Mercato comune dell'America meridionale - (-7,2%) e Svizzera (-6,4%), ha penalizzato la dinamica complessiva delle esportazioni verso i paesi extra Ue. Tra gli altri paesi, l’India ha presentato una crescita contenuta (+2,3%), mentre sono risultati in flessione Turchia (-3,3%) e paesi OPEC - Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio - (-2,6%).

Sul fronte dell’import, nel 2014 sono stati in forte calo gli acquisti dai paesi OPEC (-29,4%) e dalla Russia (-20,0%). D'altro canto, una crescita notevole si è registrata per le importazioni da Cina (+8,6%), Stati Uniti (+8,3%), Giappone (+5,4%) e paesi ASEAN (+5,3%). Un aumento più contenuto è stato rilevato negli acquisti da parte di India (+4,6%), paesi EDA (+4,1%) e Turchia (+3,6%).

Sui rapporti commerciali tra Italia e Russia, lo ricordiamo, pesa in modo decisivo l'embargo imposto l'estate 2014 da Mosca su alcune categorie di prodotti provenienti dall'Ue.