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Clima: COP21, impegni da 146 paesi

08 Ottobre 2015

(Da www.euractiv.it)

COP21

Sale a 146 il numero dei paesi che hanno inviato i propri Intended Nationally Determined Contributions, gli impegni in vista dell'accordo sul clima di Parigi per la riduzione delle emissioni globali post-2020. Pronto il testo preliminare che servirà da base per la COP21.

146 paesi contro il cambiamento climatico

Cresce il numero di paesi impegnati in vista della COP21. Gli organizzatori della conferenza internazionale sul clima di Parigi hanno finora ricevuto 146 Intended Nationally Determined Contributions (ovvero gli impegni e le azioni che i Governi nazionali intendono adottare per la riduzione delle emissioni globali post-2020), pari a circa l'87% delle emissioni mondiali di gas a effetto serra.Dunque, il 75% dei paesi coinvolti ha finora risposto all'appello.

Come sottolinea Christiana Figueres, segretaria esecutiva della Convenzione quadro delle Nazioni unite sui cambiamento climatici (Unfccc), gran parte dei documenti inviati presenta obiettivi quantitativi, e non solo indicazioni di massima: “Nel corso delle ultime settimane il numero di Governi che hanno inviato i loro INDC è cresciuto fortemente, arrivando ad un totale mai raggiunto prima. Ciò conferma il fatto che il mondo riconosce la COP21 come un’opportunità unica per adottare un modello di sviluppo sostenibile”.

Pronto il testo preliminare dell'accordo

Nel frattempo, è stato pubblicato il testo preliminare realizzato dall’ONU, che servirà da base per la discussione degli accordi per la riduzione delle emissioni, e verrà ulteriormente elaborato dal 19 al 23 ottobre, durante i colloqui intermedi a Bonn, ultima sessione prima della conferenza delle parti.

Testo molto più conciso di quello prodotto nel corso delle discussioni di luglio: da 89 pagine si passa infatti a 20. Invariato l'obiettivo finale: far sì che le temperature globali non superino i 2 gradi.

Resta il Fondo verde per il clima, da 100 miliardi di dollari all'anno, per aiutare i paesi in via di sviluppo ad affrontare la sfida dei cambiamenti climatici. Prevista inoltre una "clausola di revisione": ogni 5 anni i paesi che sottoscriveranno l'accordo saranno tenuti a presentare dei piani aggiornati, che permettano di rivedere gli obiettivi in modo sempre più ambizioso.

Gian Luca Galletti: COP21, appuntamento con la storia

“Nella capitale francese non possiamo ripetere gli errori della conferenza di Copenhagen nel 2009, esempio di inconcludenza dei vertici sul clima”, si apre con queste parole la lettera inviata dal Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti a La Repubblica in vista dell'appuntamento di fine anno a Parigi.

“Le condizioni di oggi sono diverse da quelle di allora. Se non sapremo intervenire per contenere sotto l'asticella dei due gradi centigradi l'aumento del riscaldamento globale, il pianeta diventerà per centinaia di milioni di persone un luogo impossibile in cui vivere”, prosegue il ministro.

Quanto alla posizione europea in vista dell'appuntamento storico di Parigi, Galletti scrive: “Sul clima si può dire che l'Europa abbia fatto l'Europa, mostrando i motivi del suo stare insieme. L'intesa raggiunta (riduzione del 40% delle emissioni di Co2 rispetto ai livelli del 1990, aumento del 27% del consumo di fonti energetiche rinnovabili e raggiungimento di un target indicativo, pari al 27%, nel settore dell'efficienza energetica) germoglia da un fruttuoso semestre italiano di presidenza e pone l'Europa come apripista di un accordo. Di un'intesa che secondo noi deve avere alcune caratteristiche precise: essere ambiziosa come l'impegno europeo, equa, vincolante per tutti, trasparente, misurabile nel tempo, durevole perché in grado di fissare obiettivi a lungo termine”.

Il contributo del Patto dei sindaci

A luglio avevano lanciato una sfida in vista della COP21: una chiamata ai Comuni a ridurre del 40% le emissioni di CO2 entro il 2030. Ora, il Patto dei sindaci fa il punto sui risultati di quella sfida, con un evento ad hoc che si terrà il 15 ottobre al Parlamento europeo alla presenza del commissario Ue per l'Azione per il clima Miguel Arias Canete.

L'appelloha visto infatti l'accoglienza di città ed enti locali di 42 paesi, con oltre seimila firmatari. E un record assoluto in termini di firmatari lo conquistano proprio gli italiani (3.550), seguiti a grande distanza da spagnoli (1.455) e belgi (245).  

Un quarto della popolazione dell'Ue vive in centri urbani che hanno già messo a punto un piano d'azione per l'energia sostenibile in vista del target 2030, con interventi che vanno da sistemi di trasporto più sostenibili ad un maggiore uso difonti rinnovabili. In campo, almeno sulla carta, figurano Londra, Berlino e Madrid, seguite da Roma, Parigi e Budapest, oltre a Milano, Napoli e Bologna. Le pioniere però sono sempre le 'nordiche', come Stoccolma e Copenaghen, senza dimenticare Bristol, capitale verde europea per il 2015. In Italia i leader sono soprattutto i piccoli Comuni, con la Sardegna in pole: Arzana, Seulo e Villanova Tulo nel 2020 saranno verdi al 100%.

Photo credit: Asian Development Bank / Foter / CC BY-NC-ND