Schede primarie

Clima: Pe e Consiglio, accordo COP21 sia ambizioso e vincolante

18 Settembre 2015

(Da www.euractiv.it)

 COP21

I ministri Ue dell'Ambiente chiedono un accordo ambizioso e giuridicamente vincolante alla conferenza internazionale sul clima di Parigi (COP21).

La posizione del Consiglio Ambiente

Per evitare che il riscaldamento climatico superi i 2 gradi, le emissioni globali di gas serra dovranno ridursi di almeno il 50% entro il 2050, per essere vicine (o sotto) lo zero entro il 2100. Questo l'obiettivo indicato dal consiglio dei ministri dell'Ambiente Ue nel corso della sessione dedicata alla conferenza internazionale sul clima di Parigi (COP21).

Indispensabile, dunque, raggiungere un accordo che sia ambizioso e giuridicamente vincolante. Accordo che, nelle intenzioni dei ministri, dovrà essere accompagnato da un pacchetto completo di misure e indicazioni volte a consentirne un'attuazione efficace.

L'Ue e gli stati membri hanno adottato a marzo i propri Intended Nationally Determined Contributions (ovvero gli impegni e le azioni che i Governi nazionali intendono adottare nell'ambito del futuro accordo sul clima di Parigi per la riduzione delle emissioni globali post-2020). Impegni che prevedono la riduzione nazionale delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 40% entro il 2030.

Ma l'Ue da sola non può farcela, ed esorta tutti i paesi che non hanno ancora presentato i propri INDC a farlo al più presto. Finora sono 60 gli impegni presentati in vista della conferenza che si terrà a fine anno a Parigi, a copertura di circa il 60% delle emissioni globali.

Fondamentale in tal senso, notano i ministri dell'Ambiente dei Ventotto, che la COP21 invii un segnale forte al mondo della finanza, affinché supporti i paesi più poveri e vulnerabili, consentendo la transizione verso economie a basse emissioni.

La risoluzione del Parlamento europeo

Sulla stessa linea gli eurodeputati. “L'Europa arriva alla conferenza di Parigi con una posizione chiara e unitaria. Vogliamo che i paesi che parteciperanno a COP21 prendano degli impegni concreti sia per quanto riguarda la riduzione dei livelli di CO2 che per quel che concerne gli aspetti finanziari”, spiega l'eurodeputato francese Gilles Pargneaux (S&D), relatore del rapporto su COP21, che verrà votato a Strasburgo a fine ottobre, nel corso di un convegno organizzato a Roma fra Parlamento europeo e Parlamento italiano.

Nella risoluzione, il Pe chiederà - in linea con gli obiettivi del Consiglio - di dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2050 e ridurle del 40% entro il 2030, di fare in modo che almeno il 30% dell'energia che utilizziamo provenga da fonti rinnovabili, e di aumentare del 40%, sempre entro il 2030, l'efficienza energetica a livello globale.

Inoltre, “spingeremo perché venga istituito un fondo verde mondiale contro il cambiamento climatico, a cui tutti i paesi del mondo contribuiscano, dal 2020, con una somma complessiva di almeno cento miliardi di dollari l'anno”, conclude Pargneaux.

“L'Europa, da Kyoto a Copenaghen, ha sempre ricoperto e continua a ricoprire un ruolo di leader nel contrasto al cambiamento climatico. Oggi, alla vigilia della conferenza di Parigi, continuiamo a individuare obiettivi ambiziosi da perseguire compatti, tutti i paesi europei insieme”, dichiara il presidente della commissione Ambiente del Pe Giovanni La Via (Ncd). “L'Europa intende riaffermare e anzi aumentare questo sforzo, che in alcuni casi è andato addirittura a discapito della nostra competitività e del nostro sistema industriale, ma il nostro impegno ha senso solo se lo portiamo avanti insieme a tutti i grandi attori sulla scena mondiale e ai principali emettitori di gas serra”.

Segnali positivi in tal senso ci sono, nota La Via: “Gli Stati Uniti, con la nuova politica ambientale del presidente Obama, e la Cina, con il suo recente impegno a ridurre le emissioni di CO2, sono due esempi che vanno nella giusta direzione. Ma su 196 paesi partecipanti alla conferenza di Parigi, per ora solo 60 hanno dichiarato i loro obiettivi in materia di lotta al cambiamento climatico”.

Proteste degli ambientalisti a Bruxelles

Un simbolico tiro alla fune fra combustibili fossili inquinanti ed energie rinnovabili: questa la manifestazione messa in scena a Bruxelles in occasione della riunione dei ministri dell'Ambiente dei Ventotto, dedicata alla conferenza Onu sul clima. Ad inviare l'appello per un futuro all'insegna di un'energia al 100% da rinnovabili un nutrito gruppo di otto organizzazioni europee, da Greenpeace a WWF, insieme a Climate Action Network Europe, Friends of Earth Europe, Oxfam, Transport & Environment, Change Partnership e Nature Code.

“Facciamo appello ai leader europei perché rivedano al rialzo i target europei per il clima, in modo da riflettere l'urgenza di un passaggio ad un sistema energetico totalmente di rinnovabili” spiega Wendel Trio, direttore di Climate Action Network Europe. In vista della conferenza Onu di Parigi “l'Ue deve tracciare la strada per un accordo che acceleri la graduale eliminazione dei combustibili fossili” aggiunge Trio.