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Def: piano riforme, primi risultati in estate

10 Aprile 2015

(From www.euractiv.it )

PadoanUltime limature al Piano nazionale di riforme. Il Consiglio dei ministri si prepara ad approvare un Pnr, allegato al Def, che fisserà il cronoprogramma delle riforme strutturali nel nostro paese. Il primo blocco è atteso già per la prossima estate.

Jobs act, scuola, semplificazione dell’apparato amministrativo pubblico, giustizia. Sono queste le azioni prioritarie indicate dal Governo nel Piano nazionale di riforme, allegato al Documento di economia e finanza. Il testo, atteso dall’approvazione del Consiglio dei ministri, delinea un cronoprogramma piuttosto serrato degli obiettivi che l’Esecutivo ha intenzione di centrare, indicando anche una serie di date. L’impatto previsto sul Pil, nel 2016, sarà dello 0,4 per cento. Così per il Ministero dell’Economia, a regime, l’Italia potrebbe raggiungere una crescita del due per cento.

Capitolo lavoro e riforma della Pa

Il Pnr parte dal recupero della produttività attraverso “la valorizzazione del capitale umano”. Un obiettivo da raggiungere tramite due riforme in fase di attuazione: il Jobs act e la “Buona scuola”. Accanto a questo, c’è il tema delle semplificazioni e della riduzione dei costi d'impresa dovuti “alla complicazione e all'inefficienza dell'amministrazione pubblica”. Quindi, si punterà allo snellimento della macchina burocratica e alla trasparenza dell’amministrazione: sul punto ci sono in atto la riforma della Pa, gli interventi anticorruzione e la riforma del fisco.

Giustizia da rivedere

Un tassello ulteriore di questo mosaico viene dedicato alla giustizia. In questo caso l’Esecutivo punta all’eliminazione del freno ai rapporti economici, legata alla scarsa certezza del diritto. Si tratta di un punto fondamentale per il lavoro delle imprese nel nostro paese. Sarà attuato attraverso la riforma della giustizia civile e con le nuove regole in materia di licenziamenti, inserite nel quadro della riforma del lavoro.

Primi risultati in estate

Tutti questi elementi compongono il Piano nazionale di riforme, allegato dall’Esecutivo al Def. Che, per la prima volta, sarà caratterizzato da un cronoprogramma piuttosto serrato. Una serie di azioni saranno già chiuse entro l’estate, per dare il segno del cambiamento in atto nel nostro paese. Per altre servirà qualche mese in più. L’impatto atteso sul nostro sistema economico, comunque, è notevole.

Possibile impatto del 2 per cento

Come dice lo stesso Def, infatti, l'attuazione delle riforme strutturali è in grado di produrre un aumento del Pil di 0,4 punti percentuali il prossimo anno, per salire a 1,8 punto nel 2020 e, addirittura, a 3,1 nel 2015. In sostanza, l’implementazione di tutte le riforme, secondo i progetti di Palazzo Chigi, dovrebbe rimettere in asse la nostra economia. Per il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, l’Italia potrebbe crescere a regime del due per cento all’anno.

I punti di chiarire

Qualche elemento, comunque, deve essere ancora definito con esattezza. Non è chiaro, ad esempio, cosa succederà alla tassazione sulla casa. L’Imu, in questo settore, dovrà essere rimpiazzata da una local tax unica, che ingloberà anche Tasi e tassa sui rifiuti. Sebbene ci sia già una decisione in questo senso, però, le perplessità dei Comuni rendono possibili slittamenti nei prossimi mesi. Dovrebbe, invece, essere finalmente attuato il riordino delle detrazioni fiscali, promesso da anni e mai decollato. Farà parte del piano di spending review da dieci miliardi, annunciato dal nuovo commissario Yoram Gutgeld.