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Emissioni: Consiglio Ambiente conferma accordo su ETS

21 Settembre 2015

(Da www.euractiv.it)

 ribarnica / photo on flickr

Il Consiglio dei ministri dell'Ambiente Ue conferma l'accordo sull'anticipazione al 2019 della riforma del meccanismo europeo per lo scambio delle quote di emissioni di CO2 (ETS), inizialmente prevista per il 2021.

Lanciato nel 2005, il mercato Ets nasce con l'intento di ridurre le emissioni inquinanti in modo efficiente dal punto di vista economico. Ogni anno Bruxelles stabilisce i limiti delle emissioni entro i quali le società possono comprare e vendere i permessi.

A 10 anni dall'avvio, il mercato europeo dei permessi di emissione (Eu ETS) si prepara ad essere riformato. Una riforma che mira a ridurre il surplus dei diritti di emissione destinati al mercato al fine di sostenerne il prezzo e facilitare cosi la riduzione della CO2 emessa.

Il tira e molla sulla riforma

Una lunga serie di polemiche hanno preceduto la riforma del sistema europeo per lo scambio delle quote di emissioni di gas a effetto serra (ETS): è l'aprile del 2013 quando il Parlamento respinge, a sorpresa, la misura proposta dalla Commissione europea di congelare 900 milioni di tonnellate di quote di emissioni di CO2. Ma quella di Strasburgo non è una vera e propria bocciatura, piuttosto un rimandare il testo al mittente, emendandolo con la richiesta di introdurre condizioni più rigorose.

A luglio dello stesso anno, infatti, passa in plenaria la risoluzione che propone di congelare la vendita all'asta di un certo numero di permessi d'emissione CO2 per incoraggiare le imprese a investire in innovazioni a basse emissioni di carbonio. Alla luce del crescente surplus di quote di emissione - causato da un eccesso di offerta e del rallentamento economico - si è assistito a una caduta del prezzo del carbonio ben al di sotto dei livelli stimati quando è stato creato il sistema europeo di scambio delle emissioni (ETS). La risoluzione approvata nel luglio 2013 intende quindi dare il via libera alla Commissione affinché rinvii la tempistica di una porzione dei crediti da mettere all'asta.

Solo a maggio del 2015 le istituzioni comunitarie trovano un accordo sulla quota di riserva, che intende eliminare gli impatti negativi dell’eccedenza di quote disponibili.

L'accordo

Un primo accordo è stato raggiunto fra Parlamento e Consiglio dei ministri dell'Unione europea all'inizio di maggio sulla quota di riserva delle emissioni, che avrà il compito di far fronte alla questione dell'eccedenza che negli ultimi anni ha fatto crollare il prezzo della CO2. Il nuovo regolamento, confermato a luglio in plenaria e il 18 settembre dai ministri dell'Ambiente dei Ventotto, crea un sistema che preleva automaticamente una porzione di quote dal mercato per porle in una riserva di "stabilità", qualora l'eccedenza sia superiore a una certa soglia. Nello scenario contrario, le quote potrebbero essere restituite al mercato. 

Secondo l'accordo, le 900 milioni di quote già congelate almeno fino al 2019 saranno collocate in riserva. Le eventuali quote rimanenti e non assegnate entro la fine dell'attuale fase di negoziazione (2020) dovrebbero essere messe in riserva, previa una revisione generale della direttiva Ets che sarà presentata dalla Commissione europea quest'anno. 

La riserva di stabilità del mercato sarà operativa dal 1° gennaio 2019 anziché dal 2021, come proposto inizialmente da Commissione e Consiglio.

Photo credit: ribarnica / Foter / CC BY-NC