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Immigrazione: Vertice, hotspot operativi da novembre

24 Settembre 2015

(Da www.euractiv.it)

foto Consilium

Serviva unità. Il Consiglio europeo del 23 settembre sembra aver risposto. Dopo la frattura con i paesi dell’Est, ora l’Ue sembra iniziare a fare passi avanti sull’immigrazione. “La discussione è stata sui fatti, energetica e sostanziale.”. A parlare è Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo.

All’arrivo dei 28 capi di Stato e di Governo dei paesi membri le tensioni per il voto nel consiglio dei ministri dell’Interno europei del 22 settembre erano ancora evidenti. I leader europei volevano andare oltre e parlare di come affrontare le radici profonde della crisi migratoria. Politica estera europea comune, assistenza a chi, come Turchia e Libano, accoglie i rifugiati, investimenti e cooperazione per lo sviluppo: i punti principali della riunione erano questi. La Commissione ha proposto di aumentare i fondi per fermare l’esodo migratorio. 

Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha predisposto un aumento da un miliardo per aiutare le agenzie, come il Progetto Alimentare Mondiale (WFP), che aiutano i migranti sul territorio. “Grazie ai leader europei – ha aggiunto il presidente del consiglio Donald Tusk - possiamo stanziare questa cifra in sostegno al WFP e a UNHCR”. Ai paesi membri è stato chiesto di contribuire al trust fund per la Siria, un fondo europeo di emergenza da 500 milioni di euro. Ad esempio l’Italia contribuirà con tre milioni di euro, la Germania con cinque. Un altro investimento importante sarà quello per l’Africa: 1.,8 miliardi di euro saranno stanziati per aiutare i paesi a stabilizzarsi e a contrastare il fenomeno migratorio.

Il 5 ottobre Donald Tusk e Jean-Claude Juncker incontreranno il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan, definito dall’Alto rappresentante per la politica estera europeo Federica Mogherini “un partner chiave nella gestione dei flussi e dell’accoglienza dei profughi”. Si discuterà su un aiuto finanziario da un miliardo di euro per gestire al meglio l’emergenza. Sul territorio di Ankara si trovano almeno due milioni di rifugiati, per lo più siriani.

I primi hotspot saranno operativi entro novembre. Per la protezione dei confini esterni il commissario europeo per l’Immigrazione Dimitris Avramopoulos ha dichiarato che “entro l’anno verrà proposta la creazione di un corpo di guardia costiera permanente”. Frontex, Europol e Easo, l’ufficio europeo di supporto per l’asilo, verranno potenziate con l’assunzione complessiva di 120 operatori nel 2015.

E a proposito di controlli, proprio nel giorno del Consiglio europeo la Commissione ha avviato 40 nuove procedure di infrazione contro 19 stati membri, tra cui Germania, Francia, Olanda e Ungheria, per la non corretta applicazione delle direttive comunitarie in materia di immigrazione. Gli stati, ritenuti insolventi da Bruxelles, hanno due mesi per rispondere. A Roma sono state spedite invece due lettere richiedenti informazioni sull’attuazione delle norme europee relative all’identificazione dei migranti e alle procedure di rimpatrio.

Arrivato a Bruxelles, il premier Matteo Renzi ha sottolineato che, "seppur con tre mesi di ritardo, ora tutti nella Ue sono sulle nostre posizioni. Si va verso il superamento del Trattato di Dublino. Non sono importanti i numeri dei rifugiati ma una politica comune europea nell'affrontare la crisi".