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Ogm: Ue verso riforma sistema autorizzazione

09 Aprile 2015

(From www.euractiv.it )

Entro il 22 aprile la Commissione europea presenterà un nuovo quadro giuridico per l'autorizzazione ad importare varietà Ogm. Secondo quanto anticipato da EurActiv Francia, l'ultima parola spetterà agli stati membri, come già previsto per la coltivazione degli organismi geneticamente modificati. Un approccio che delude tanto gli ambientalisti quanto l'industria biotech.

Il presidente dell'Esecutivo UeJean Claude Juncker aveva promesso, all'inizio del suo mandato, una proposta di riforma del sistema di autorizzazione degli Ogm, per superare l'attuale normativa in base alla quale,in assenza di una maggioranza qualificata a favore o contro una richiesta di autorizzazione, la decisione spetta alla Commissione.

Secondo quanto appreso da EurActiv Francia, dopo l'adozione della direttiva 2015/412, che permette ai paesi Ue di limitare o vietare la coltivazione sul proprio territorio di varietà Ogm già autorizzate a livello comunitario, la Commissione starebbe pensando di lasciare ai 28 anche l'ultima parola circa l'autorizzazione all'importazione in Europa di cibi e mangimi transgenici.

I dubbi di ambientalisti e imprese

Il ricorso a una clausola di esenzione per l'autorizzazione degli Ogm non convince però una serie di organizzazioni ambientaliste, tra cuiGreenpeace, Friends of the Earth Europe e Slow Food,che speravano in una reale riforma procedurale a livello Ue, anziché nella nazionalizzazione delle scelte in materia di transgenico. Lasciare alla Commissione il potere di autorizzare nuove varietà Ogm, anche in deroga al principio di precauzione e contro il parere del Parlamento europeo e del Consiglio, contando sul fatto che gli stati membri possono ricorrere a una clausola di esenzione per bloccarle, spiegano le organizzazioniin una lettera a Juncker,non renderebbe l'Ue più democratica. Tra l'altro, osservano le Ong, non è chiaro come queste esenzioni possano interferire con le regole sulla libera circolazione dei beni nel mercato interno e con gli accordi commerciali internazionali. Una critica condivisa dall'eurodeputato Verde Josè Bovè, secondo cui la Commissione sbaglia ad abbandonare la strada della regolamentazione degli Ogm a livello europeo, consegnando una materia così delicata ai negoziati tra singoli paesi e multinazionali del biotech.

La rinazionalizzazione delle decisioni sembra però deludere anche gli operatori del settore. Il segretario generale dell'organizzazione europea degli agricoltori e delle cooperative agricole (Copa-Cogeca) Pekka Pesonenha messo in guardia la Commissione circa l'impatto economico e sociale di una proposta che, a suo avviso, comprometterebbe il mercato interno dei prodotti alimentari e dei mangimi, con gravi distorsioni della concorrenza per tutti gli attori della catena agroalimentare europea. Mentre il presidente della Federazione dei produttori europei di alimenti e mangimi (Fefac) Ruud Tijssens teme che i limiti all'importazione in determinati paesi dell'Ue si traducano in problemi logistici e in costi eccessivi per le imprese del settore.

Il mais 1507 Pioneer

La Commissione dovrebbe presentare la sua proposta entro il 22 aprile. Nello stesso mese in cui è chiamata a pronunciarsi sull'ingresso di 17 nuove varietà Ogm, destinate all'alimentazione umana o animale, che hanno già ottenuto il via libera dell'Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa). Tra queste anche il controverso mais 1507 della Pioneer, bocciato nel 2014 dal Parlamento europeo, perchè, tra le altre cose,geneticamente manipolato per produrre una tossina letale per insetti come farfalle e falene.

Al momento del voto sul mais 1507, nel febbraio 2014, i 19 paesi Ue contrari alla proposta di autorizzazione presentata dalla Commissione non erano riusciti a raggiungere la maggioranza qualificata, a causa del voto favorevole di Estonia, Finlandia, Regno Unito, Spagna e Svezia e delle quattro astensioni di Belgio, Germania, Portogallo e Repubblica Ceca, come riportato da EurActiv.it. Anziché concedere direttamente il via libera, come previsto dalle norme Ue, la Commissione aveva sospeso l'autorizzazione per imprimere un'accelerazione alle nuove norme sulla coltivazione che erano ferme dal 2010.

Approvata la nuova direttiva, che l'Italia intende recepire nell'ambito della legge di delegazione europea 2014, Bruxelles sarebbe pronta ad autorizzare l'ingresso del mais transgenico. A quel punto, però, la vicenda potrebbe spostarsi sul piano legale, dal momento che, secondo Greenpeace, la Commissione ha modificato la proposta originale di autorizzazione del mais Pioneer senza sottoporla nuovamente ai comitati nazionali competenti. Una violazione delle norme procedurali Ue che, nel caso analogo della patata Amflora del gruppo Basf, ha spinto il Tribunale dell'Unione ad annullare l'ok di Bruxelles all'immissione in commercio.

Links La lettera delle Ong a Juncker

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