Schede primarie

PAC: ancora lavori in corso

31 Luglio 2015

(Da www.euractiv.it)

Campagna_Ragusana-Autore_Giorgio_Leggio

Dopo mesi di trattative su quote, sussidi e misure ambientali, nel giugno 2013 i politici europei hanno approvato la più importante riforma della PAC dell'ultimo decennio. Ma al momento dell'entrata in vigore delle nuove regole, nel 2015, con un anno di ritardo, alcuni degli stessi leader Ue che hanno approvato la riforma, hanno chiesto cambiamenti sulle questioni più spinose.

Sommario

Creata nel gennaio 1962, la Politica Agricola Comune, meglio nota come PAC, è un sistema di sussidi e programmi Ue che costituisce la più importante voce di spesa nel bilancio comunitario - quasi il 40% del budget attuale.

La PAC è sempre stata 'work in progress'. Le riforme sono iniziate negli anni 90 nel tentativo di eliminare gradualmente le quote di produzione in eccesso. Nella revisione di medio termine del 2003, ci si è orientati verso un “disaccoppiamento” dei sussidi da specifici prodotti agricoli, poi modificato dall'accordo raggiunto il 26 giugno 2013, e implementato nel 2015.

La nuova PAC, inoltre, ha ritardato i tentativi di liberalizzare il mercato, estendendo le quote di zucchero e dei diritti d'impianto della vite. Ha inoltre introdotto:

  • Flessibilità per spostare risorse tra fondi per i pagamenti diretti agli agricoltori (Pilastro 1) e sviluppo rurale (Pilastro 2);

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  • Incentivi per incoraggiare l'insediamento di giovani agricoltori e supportare l'agricoltura familiare;

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  • La graduale armonizzazione dei pagamenti del Pilastro 1 tra gli agricoltori dei vecchi Stati membri e dei paesi dell'Ue che hanno aderito dal 2004;

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  • Misure per il greening volte a promuovere la conservazione del suolo e la protezione della biodiversità.

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La PAC è strutturata in quattro regolamenti riguardanti lo sviluppo rurale, il finanziamento, i pagamenti diretti agli agricoltori e le misure di mercato. Intende garantire la sicurezza alimentare, promuovere pratiche agricole e ambientali sostenibili e consentire lo sviluppo equilibrato del settore per evitare che il graduale impoverimento delle zone rurali.

Un processo legislativo storico: per la prima volta il Parlamento europeo ha avuto un ruolo paritario nell'influenzare la legislazione agricola e di finanziamento, potere acquisito nell'ambito del trattato di Lisbona.

Il budget totale del programma fino al 2020 ammonta a 408,3 miliardi di euro, con 312,7 miliardi di euro accantonati per i pagamenti diretti agli agricoltori e 95,6 miliardi destinati allo sviluppo rurale. Le risorse rimanenti sono destinate soprattutto al supporto dell'export. La PAC rappresenta circa il 40% della spesa totale dell'Unione europea.

Il lento processo di approvazione ha posticipato di un anno (al 2015) l'implementazione dell'accordo. Alla luce delle nuove regole e dei complessi obblighi di comunicazione, i ministri dell'agricoltura hanno chiesto la semplificazione della PAC in alcune aree fondamentali: il greening, il processo di approvazione dei programmi di sviluppo rurale e la riduzione degli obblighi di comunicazione per le associazioni di produttori. Le modifiche entreranno in vigore nel 2016.

Questioni

Quando la Commissione europea ha presentato le proposte legislative per la riforma della Politica Agricola Comune per ilperiodo 2014-2020, ha evidenziato che lo sforzo più ambizioso sarebbe stato quello di adeguare l'agricoltura alle nuove esigenze ambientali, visto che il programma risale al 1962.

Dacian Cioloş, agronomo e politico rumeno, oltre che l'allora commissario europeo per l'Agricoltura e lo Sviluppo agricolo, ha presentato nell'ottobre 2011 quello che ha definito "un nuovo partenariato tra i cittadini europei e gli agricoltori per far fronte alle sfide di sicurezza alimentare, uso sostenibile delle risorse naturali e crescita".

Ma nel corso dei due anni successivi, gli standard ambientali proposti sono diventati alcune delle questioni più critiche in un dibattito già di per sé storico. In base alle competenze acquisite col Trattato di Lisbona del 2009, per la prima volta il Parlamento europeo ha avuto più di un ruolo di mera timbratura nell'approvazione della PAC.

Da parte loro, i leader nazionali, che hanno dovuto contemporaneamente gestire una valanga di finanziamenti e le crisi del debito, volevano dire la loro su come spendere e amministrare i fondi della PAC. Ad un costo di circa 55 miliardi di euro l'anno, la PAC rappresenta il 40% del totale delle spese dell'Ue.

In una lettera del 15 dicembre 2014, ottenuta da EurActiv, i ministri agricoli di Danimarca, Estonia, Germania, Regno Unito, Repubblica Ceca e Svezia hanno chiesto una PAC "più semplice e più efficace, con al centro occupazione e crescita". I ministri hanno specificamente chiesto modifiche sulla nuova normativa in materia di diversificazione delle colture, che richiede agli agricoltori di mantenere pascoli permanenti e le cosiddette aree di interesse ecologico (Ecological Focus Area, EFA), progettate per incoraggiare la diversità biologica.

Altre modifiche in cantiere

Il Comitato Speciale Agricoltura (CSA) del Consiglio Ue nel maggio 2015 ha invitato la Commissione europea a semplificare la PAC in diversi settori chiave: greening, sanzioni per gli agricoltori che non rispettano le misure ambientali e processo di approvazione per i progetti di sviluppo rurale. Il CSA ha, inoltre, premuto per ridurre la burocrazia richiesta alle organizzazioni di produttori.

La "Semplificazione efficace" della PAC è stata anche una delle priorità della presidenza lussemburghese nella seconda metà del 2015.

La Commissione europea ha già annunciato sei passi volti a chiarire le politiche relative all'amministrazione delle aree di interesse ecologico e ha fino a novembre 2015 per presentare le sue raccomandazioni in altri settori. I cambiamenti entreranno in vigore nel 2016.

Illar Lemetti, vice-segretario generale per le politiche agricole e rurali dell'Estonia, ha detto a EurActiv che il suo paese "non mette in discussione i benefici ambientali che si vogliono raggiungere […] ma il greening, così come è stato messo a punto, con atti delegati ed esecutivi e diversi documenti di orientamento, ha portato con sè molti dettagli che complicano il processo sia per i candidati che per i funzionari".

"Prendiamo ad esempio le diverse soglie e i diversi livelli di eccezioni per la diversificazione delle colture e per le aree di interesse ecologico, il numero di controlli e il numero di misure [...]. Il calcolo delle sanzioni per il mancato rispetto delle più piccole EFA sta portando con sè la riduzione sproporzionata dei pagamenti", ha aggiunto Lemetti.

Gli ambientalisti e alcuni gruppi di agricoltori incolpano, almeno in parte, i governi nazionali di aver provocato, con la loro intromissione nei negoziati, l'attuale complessità del piano.

Gli analisti vedono l'accordo del 2013 più come un ricco buffet che come una politica agricola "comune".

La rimozione del tradizionale “firewall” tra il 1° pilastro, che è finanziato dalla Ue, e il 2° pilastro, che è suddiviso tra Stati membri e Ue, ne è un esempio. Secondo il think tank Farm Europe, 11 paesi, tra cui Grecia e Romania, hanno rafforzato il finanziamento del 2° pilastro, mentre paesi come la Polonia e la Slovacchia hanno deciso di spostare il denaro dallo sviluppo rurale al sostegno diretto agli agricoltori.

L'analisi del gruppo sulla PAC evidenzia che le politiche nazionali in materia di sostegno ai piccoli agricoltori variano notevolmente.

'Una PAC à la carte'

Samuel Féret, presidente del think tank Groupe de Bruges, teme che la "semplificazione" significhi allontanarsi ulteriormente dagli standard Ue.

"I compromessi a livello europeo sono più difficili da raggiungere. È per questo che l'andamento complessivo della PAC è verso un menu - una PAC à la carte ", Ha detto Féret, attivista agricolo francese che ha monitorato i negoziati nel periodo 2012-2013.

"In una certa misura la PAC non è più così comune, dato che uno dei principali risultati politici della riforma è quello di lasciare maggiore flessibilità agli stati membri, per far loro scegliere tutti i dettagli dell'implementazione. E una maggiore flessibilità porta ad una maggiore complessità ", ha detto Féret a EurActiv in un'intervista.

Il mandato di razionalizzazione della Commissione preoccupa coloro che avevano sperato che la PAC potesse contribuire ad affrontare due grandi sfide demografiche dell'agricoltura: l'invecchiamento della popolazione contadina e il calo dei piccoli agricoltori. Quest'ultima è una preoccupazione soprattutto di Italia, Polonia e Romania, dove l'agricoltura su piccola scala ha radici profonde. I tre paesi insieme rappresentano il 60% delle aziende agricole familiari dell'Ue.

I negoziatori della PAC hanno raggiunto un accordo per ridurre gradualmente l'importo che un singolo produttore può ottenere a 150mila euro, per contrastare le critiche secondo cui la PAC favorirebbe i ricchi agricoltori per hobby e le società agricole. Hanno poi aggiunto incentivi speciali al pilastro 1 e al pilastro 2 per le imprese agricole a conduzione familiare e per gli agricoltori under 40.

I giovani agricoltori temono di perdere terreno

Per Matteo Bartolini, presidente dello European Council of Young Farmers (CEJA), la nuova PAC è “un risultato storico per i giovani agricoltori”, sottolineando come gli under 40 rappresentino ad oggi solo il 14% del totale in Europa. In Grecia, dove lo squilibrio demografico è ancora maggiore, un agricoltore su 3 ha più di 64 anni.

Bartolini teme che i leader Ue tornino sui propri passi in tema di incentivi rivolti all'accesso di nuovi soggetti in agricoltura. “Semplificazione è una strana parola, significa tante cose allo stesso tempo”, dichiara il 38enne produttore italiano di tartufo.

I membri del CEJA si dicono preoccupati all'idea che le misure di semplificazione proposte dalla Commissione possano negare benefici agli under 40 che si insediano in collaborazione con agricoltori già in attività.

“Prima ancora di aver avuto la possibilità di veder implementata la misura relativa ai giovani agricoltori nel Pilastro 1, l'atto delegato volto a favorire la nascita di partnership fra giovani e produttori già insediati è stato attaccato e criticato”, è quanto si legge in un commento inviato da CEJA alla Commissione europea, di cui è in possesso EurActiv.

“E' dunque vitale che le partnership in questione siano ancora eleggibili al supporto necessario affinché sia garantito un futuro al modello di agricoltura familiare europea e si promuova il rinnovo generazionale nel settore. Escludere coloro che lavorano in partnership potrebbe scoraggiare molti giovani agricoltori dall'intraprendere tale carriera – proprio ciò che si sta cercando di evitare con queste misure!”.

Curare il proprio orticello

Nel frattempo, i fautori dell'agricoltura familiare sostengono che la PAC non fa abbastanza per proteggere i piccoli agricoltori da una morte lenta.

Gran parte degli stati membri finora non ha scelto di sfruttare le misure che consentono i pagamenti supplementari a valere sul Pilastro 1 e le sovvenzioni per i piccoli agricoltori a valere sul Pilastro 2.

La Romania è paese con il più alto numero di aziende a conduzione familiare in Ue - quasi 3,9 milioni, il 32% del totale. Seguono l'Italia, con 1,6 milioni di aziende agricole gestite da famiglie (13,4% del totale europeo), e la Polonia con 1,5 milioni (12,6%), secondo quanto riportato da Eurostat.

Miklós-Attila Szőcs-Boruss, membro dell'organizzazione agricola romena Eco Ruralis, ritiene che il finanziamento della PAC vengano impiegati per consentire il passaggio a una produzione su larga scala.

A maggio del 2015, la Commissione europea ha approvato il programma di sviluppo rurale presentato dalla Romania, che punta sul miglioramento della produttività degli agricoltori.

Politiche che “stanno minando l'importanza delle aziende familiari e dell'agricoltura nel paese”, dichiara Szőcs in un'intervista telefonica a EurActiv.

Le imprese agricole familiari stanno scomparendo ad un ritmo di circa 300mila l'anno, secondo le stime di Szőcs, “e noi diamo la colpa di tutto ciò all'impiego dei fondi europei”, che alimentano un “approccio sbagliato all'agricoltura nel nostro Paese”.

Pur riconoscendo che la nuova PAC prevede incentivi per le piccole aziende agricole, e impone un tetto massimo per i pagamenti ai grandi produttori nell'ambito del primo pilastro, Szőcs considera che le modifiche apportate siano minime, e in ritardo rispetto alle attese. Eco Ruralis stima che l'% delle aziende in Romania, tradizionalmente, abbia ricevuto il 50% deisussidi provenienti dalla PAC e che le linee guida attuali possono essere manipolate a favore dei grandi produttori.  

La PAC attuale non è stata pienamente attuata fino al 2015 - in ritardo di un anno a seguito di un processo legislativo e una negoziazione estenuanti.A complicare la situazione, il divieto di importazione dei prodotti agroalimentari europei imposto da Mosca che ha colpito pesantemente i produttori di frutta, verdura e carne, e il timore che l'accordo per il Partenariato transatlantico su commercio e investimento Ue-Usa (Ttip) possano erodere parte del sostegno di cui godono gli agricoltori europei.

“Sono ancora convinto che l'accordo sulla riforma della PAC, raggiunto durante la presidenza irlandese, sia un accordo equilibrato, che tiene conto delle differenti priorità indicate dalle istituzioni europee coinvolte - Parlamento Europeo, Commissione e Consiglio”, dichiara il ministro dell'Agricoltura irlandese Coveney a luglio 2015.

Per quanto riguarda la polemica sulle norme ambientali, il ministro dichiara: “Le attuali discussioni sul greening intendono semplificare alcune delle regole proposte dalla Commissione europea a seguito dell'accordo. Norme tecniche relative all'attuazione delle misure contenute nel regolamento 1307/2013 sono previste nel quadro degli atti delegati e nel regolamento di esecuzione”.

Ma già alcuni stakeholders stanno guardando al 2020, quando verrà realizzata la prossima PAC.

Féret, a capo del Groupe di Bruges, vorrebbe che, nella prossima PAC, venisse dato maggior peso al Pilastro 2, la sezione dedicata allo sviluppo rurale in cui il finanziamento è condiviso dagli Stati membri e Bruxelles.

Il budget totale del programma fino al 2020 ammonta a 408,3 miliardi di euro, con 312,7 miliardi di euro accantonati per i pagamenti diretti agli agricoltori e 95,6 miliardi destinati allo sviluppo rurale. Il resto va soprattutto per il sostegno all'esportazione.

Féret non si fa illusioni circa la facilità di investire di più nel secondo pilastro a spese del Primo. "E' politicamente possibile, ma richiede un nuovo approccio. Per molti ministri dell'agricoltura, il regolamento dei pagamenti diretti del primo pilastro rappresenta il modo migliore di spendere soldi ogni anno. Spendiamo i fondi Ue, ma manca una vera e propria valutazione in merito ai pagamenti diretti del primo pilastro”.

PAC 2014-2020:

408 miliardi di euro per l’agricoltura

La PAC non supporta solo gli agricoltori. Circa un quarto (95,6 miliardi di euro) del budget del programma (408,3 miliardi di euro) per il periodo 2014-2020 è destinato al turismo e ad altri progetti di sviluppo rurale, i cui costi sono ripartiti tra i fondi del programma e le risorse nazionali. La maggior parte del budget, 312,7 miliardi di euro, è destinata direttamente agli agricoltori.

La PAC è il programma europeo più grande e costoso, pari a 4 euro ogni 10 euro spesi dall’Ue. Circa 1.100 dipendenti della Commissione in 11 direttorati agricoli sono impiegati nell’amministrazione del programma.

Tutte le autorità nazionali, regionali e locali svolgono un ruolo nell’amministrazione del programma, che, secondo la Commissione, ha 8 milioni di beneficiari tra gli oltre 500 milioni di cittadini europei.

Nonostante la sua importanza monolitica a livello politico e fiscale, l’agricoltura è una piccola parte dell’economia europea, che, in base ai dati OCSE, produce l’1,7% del Pil e il 4,6% dell’occupazione. L’Ue e gli Stati Uniti si contendono il primato di principali esportatori di prodotti agricoli nel mondo, con il commercio europeo che ha raggiunto i120 miliardi di euro nel 2013.

Greening: Grandi ambizioni in sospeso

Quando Dacian Cioloş, il commissario europeo per l’agricoltura, ha svelato la sua proposta per la PAC 2014-2020 il 12 ottobre 2011, ha richiesto che l’agricoltura diventasse più responsabile in termini ambientali, chiedendo agli agricoltori di:

  • mantenere i pascoli permanenti,

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  • diversificare le coltivazioni, con gli agricoltori obbligati a far crescere almeno tre colture sulle proprie terre arabili, due delle quali devono rappresentare singolarmente almeno il 5% della terra e la terza non più del 70%,

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  • mantenere le aree di interesse ecologico per almeno il 7% dei terreni agricoli, escludendo i pascoli permanenti, attraverso margini nei campi, siepi, alberi, terreni incolti, elementi caratteristici del paesaggio, biotipi, fasce tampone e foreste.

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I leader nazionali hanno espresso le proprie preoccupazioni in merito all’onerosità delle proposte, mentre alcuni gruppi di agricoltori hanno temuto di rimanere bloccati da regole ambientali standardizzate, nonostante la diversità del panorama agricolo europeo. I gruppi di ambientalisti, nel frattempo, hanno visto questo sforzo come un buon inizio per una PAC più verde.

Allontanandosi dalla proposta iniziale della Commissione, le misure approvate a giugno 2013:

  • esentano le aziende agricole al di sotto dei 15 ettari dai requisiti per creare le aree di interesse ecologico. Inizialmente il requisito si applicava al 5% del terreno agricolo con un possibile aumento al 7% in attesa di revisione nel 2017. Questo cambiamento dal piano della Commissione ha effettivamente esentato più di un terzo dei terreni agricoli e l’89% degli agricoltori dalle norme europee in materia;

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  • esentano le aziende agricole con meno di 10 ettari, o un terzo di tutte le imprese agricole europee, dalle nuove regole per la diversificazione delle colture. Gli agricoltori con terreni tra i 10 e i 30 ettari devono piantare due colture, mentre quelli con più di 30 ettari devono piantarne 3. Il 75% del terreno può essere coltivato con una ‘coltura principale’;

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  • esentano gli agricoltori da alcune regole sull’inquinamento ambientale e delle acque, vincendo gli sforzi della Commissione e di alcuni eurodeputati verdi per allineare l’agricoltura alle altre industrie. Gli scarichi agricoli, secondo gli ambientalisti, sono tra le principali fonti di contaminazione da nitrati delle forniture d’acqua fresca.

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Pagamenti: Meno per le grandi aziende, più per l’armonizzazione

La PAC ha gradualmente ridotto i pagamenti del primo pilastro destinati alle grandi aziende agricole e ai grandi proprietari terrieri, ricevendo più di 150mila euro all’anno. Sono inoltre stati esclusi dai pagamenti diretti della PAC anche terreni sportivi, aree ricreative, aeroporti, ferrovie e impianti idrici.In precedenza il 20% degli agricoltori riceveva l’80% dei pagamenti nell'ambito del primo pilastro.

Ci sarà una progressiva ‘convergenza’ dei pagamenti tra gli agricoltori dei 15 stati membri più vecchi e dei 13 che si sono uniti all’Ue dopo il 2004, incluso l’ultimo paese entrato, la Croazia. Questo è stato un punto di accordo tra gli agricoltori baltici, che generalmente ricevevano un terzo rispetto ai colleghi dei paesi occidentali. La PAC prevede che nessuno stato riceva meno del 75% rispetto alla media europea entro il 2019.

Un nuovo ‘sistema di pagamenti di base’ richiederà un pagamento uniforme per ettaro e obbligherà i governi nazionali a destinare almeno il 70% dei fondi del primo pilastro a questi pagamenti.

E’ nuovo anche un Fondo di riserva della crisi con circa 400 milioni di euro, progettato per assicurare gli agricoltori da eventi catastrofici, come i disastri naturali.

Supporto: Una spinta ai giovani, piccoli agricoltori

La PAC è cosparsa di incentivi per aiutare i piccoli proprietari terrieri a rimanere in agricoltura e per cambiare la demografica di un commercio dove l’86% degli agricoltori ha più di 40 anni.

I produttori alimentari con pochi ettari di terra possono qualificarsi per un pagamento aggiuntivo fino a 1.250 euro all’anno, mentre i governi nazionali possono usare fino al 2% dei propri fondi PAC del primo pilastro per incoraggiare le persone con meno di 40 anni a diventare agricoltori.

La PAC ha aperto le porte alla concessione di sovvenzioni agli agricoltori under 40 per la creazione di start-up (fino a 70mila euro) usando i fondi del secondo pilastro, mentre i piccoli agricoltori si qualificherebbero per gli aiuti alle start-up fino a 15mila euro.

In un altro cambiamento importante rispetto al passato, i leader politici hanno sostenuto gli sforzi per consentire ai governi nazionali la possibilità di spostare i fondi del secondo pilastro al primo per sostenere il reddito supplementare dei produttori alimentari.

Quote: riduzione graduale

Guidati dal francese Michel Dantin (PPE), gli eurodeputati hanno usato il loro nuovo potere legislativo per posporre gli sforzi per la liberalizzazione del mercato sostenuti dalla Commissione. Per esempio, gli europarlamentari hanno votato l’estensione delle quote per lo zucchero e i diritti d’impianto per la vite, che sarebbero scaduti nel 2016. Le quote per lo zucchero termineranno nel 2017, due anni più tardi rispetto a quanto definito in un accordo del 2005.

Gli eurodeputati sono riusciti a introdurre un nuovo schema per l’impianto della vite dopo il 2016 che permetterà una crescita graduale, fino all’1% ogni anno, piuttosto che la fine delle protezioni per i viticoltori.

Posizioni

Il duello delle sanzioni tra Ue e Russia è una delle preoccupazioni maggiori per gli agricoltori. L'organizzazione europea degli agricoltori e delle cooperative agricole (Copa-Cogeca) ha accolto con favore l'annuncio della Commissione europea, di luglio 2015, di piani di sostegno agli agricoltori colpiti dall'embargo russo, applicato in seguito al conflitto ucraino.

"I produttori Ue del lattiero-caseario, della carne di maiale e dell'ortofrutta risentono enormemente del divieto di esportazione imposto dalla Russia" ha detto il segretario della Copa-Cogeca, Pekka Pesonen, il 13 luglio 2015. L'embargo "ha tagliato di circa la metà, pari a 5,5 miliardi di euro, le nostre esportazioni agroalimentari. Accogliamo dunque con favore l'annuncio del commissario Hogan […] di una proposta per aiutare i produttori di frutta e verdura [...]. Ciò contribuirà a stabilizzare il mercato, ma prima abbiamo bisogno di analizzare i dettagli”.

“Accogliamo come un passo in avanti”, ha aggiunto Pesonen, anche l'iniziativa della Commissione europea di estendere le misure straordinarie per l'ortofrutta?al settore lattiero-caseario. "Ma con i prezzi al produttore ben al di sotto dei costi di produzione in molti paesi, il prezzo di intervento del latte Ue deve essere alzato per tener conto dei costi di produzione più elevati. Sollecitiamo inoltre la Commissione ad anticipare i pagamenti diretti prima del 1° dicembre e a garantire che il super prelievo del 2014-2015 venga restituito al settore lattiero-caseario per aiutare i produttori di latte con i problemi di flusso di cassa".

Il leader della Copa-Cogeca inoltre esorta l'Unione europea ad incoraggiare Mosca a revocare il divieto sulle importazioni di carne di maiale dall'Unione.

Annunciando sei iniziative di semplificazione sulle aree di interesse ecologico, il commissario per l'Agricoltura Phil Hogan ha detto, l'11 maggio 2015: "Alcune delle proposte che riguardano i pagamenti diretti non richiedono la modifica del quadro legislativo, ma possono essere implementate nelle nostre attuali linee guida e sono applicabili già da quest'anno. Ho intenzione di proseguire su tali proposte, facendo sei cambiamenti concreti che dovrebbero facilitare la vita degli agricoltori e delle amministrazioni nazionali. "

I ministri dell'Agricoltura di Danimarca, Estonia, Germania, Regno Unito, Repubblica Ceca e Svezia hanno scritto al commissario Phil Hogan, il 15 dicembre 2014, per chiedere modifiche alle misure sul greening. “Alla luce delle nostre esperienze – hanno scritto in una lettera - crediamo che vi siano una serie di opportunità per semplificare e snellire alcuni dei principali requisiti della PAC e accogliamo con favore il vostro impegno a rivedere aspetti della politica al fine di realizzare un sistema semplice, efficiente e resiliente”.

"Siamo particolarmente ansiosi di lavorare al più presto al più presto insieme a voi sui requisiti di greening che sono purtroppo complessi. Pertanto, chiediamo alla Commissione di adottare un approccio pragmatico per l'interpretazione delle linee guida sul greening poichè tali requisiti entrano in vigore il prossimo anno ", dicono nella lettera.

In un commento pubblicato da EurActiv quando il Consiglio Ue ha formulato la sua richiesta di semplificazione a maggio 2015, Angelo Caserta del gruppo ambientalista BirdLife Europe ha accusato gli Stati membri di utilizzare la semplificazione per indebolire ulteriormente gli sforzi a sostegno di pratiche agricole sostenibili.

"La Commissione aveva inizialmente proposto di collegare i pagamenti ad alcune buone pratiche agronomiche di base. Tuttavia, in nome della flessibilità e della sussidiarietà, gli Stati membri hanno chiesto deroghe ed esenzioni, producendo una politica complessa che difficilmente potrà essere portata a termine. Gli stessi attori che hanno creato questa complessità stanno ora chiedendo a gran voce una semplificazione, prima ancora che si sia iniziato ad attuare correttamente le politiche. Viene da chiedersi se queste richieste siano fatte in buona fede o se il vero obiettivo sia quello di continuare a smantellare quel poco che è rimasto nel verde guscio vuoto della PAC ", ha scritto Caserta.

In occasione di Expo, l'Agri-Food Chain Coalition (Afcc), che rappresenta le 11 principali associazioni di settore della catena agroalimentare dell'Unione Europea, ha presentato al commissario Ue all'Agricoltura Phil Hogan un documento relativo al futuro dell'industria agroalimentare.

"L'Afcc è lieta di constatare l'impegno dimostrato dal Commissario Hogan nel promuovere, come priorità assoluta, l'innovazione del settore agro-alimentare – ha spiegato Alexander Döring, Presidente di Afcc e Segretario generale della Fefac (European Compound Feed Manufacturers’ Federation). I membri dell'Afcc insistono sulla necessità di ridisegnare il quadro politico dell'Unione Europea, in modo da incentivare lo sviluppo di strumenti innovativi, in grado di consentire ai partner della filiera agroalimentare europea di diventare più produttivi in modo sostenibile”.

Nel suo studio sulla politica agricola 2015, l'Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo (OCSE) entra nel merito degli schemi di pagamento diretto, affermando che “se legati a obiettivi e beneficiari chiari, possono rappresentare un'alternativa efficace per ottenere una vasta gamma di obiettivi politici, inclusi quelli legati al conseguimento di benefici ambientali. Le preoccupazioni circa l'impatto negativo dell'agricoltura sull'ambiente dovrebbero essere affrontati attraverso un mix di soluzioni di mercato, regolamentazione e tassazione”.

“Gli investimenti agricoli, sia nazionali che stranieri, possono avere impatti positivi a livello locale, regionale e nazionale”, si legge nel Agricultural Outlook 2015-2024 realizzato dall'OCSE e la Food and Agricultural Organization delle Nazioni Unite. “L'aumento degli investimenti agricoli è uno dei mezzi più importanti ed efficaci per aumentare la produzione agricola in un'ottica di lungo termine, promuovere la crescita economica, ridurre la povertà e rafforzare la sicurezza alimentare”.

Nel presentare il rapporto, il 1 luglio 2015, il segretario generale dell'OCSE Angel Gurría ha dichiarato: “Le prospettive per l'agricoltura globale sono più rassicuranti rispetto agli ultimi anni, ma non c'è spazio per l'autocompiacimento. Non si può escludere il rischio di nuove impennate dei prezzi nei prossimi anni”.

"I governi dovrebbero sfruttare le attuali condizioni per concentrarsi sullo sviluppo di politiche che aumentino la produttività, stimolino l'innovazione, permettano di gestire meglio il rischio e garantiscano sistemi solidi a vantaggio dei consumatori e dei produttori agricoltori”, ha detto Gurria.

L'Agenzia ambientale europea, in un rapporto dedicato alle condizioni e alle prospettive dell'ambiente in Ue dichiara: “Malgrado i miglioramenti ambientali delle ultime decadi, le sfide che l'Europa si trova ad affrontare oggi sono considerevoli. Il capitale naturale europeo è stato degradato da attività socio-economiche come l'agricoltura, la pesca, i trasporti, l'industria, il turismo e l'espansione urbana. E le pressioni globali sull'ambiente sono cresciute a un ritmo senza precedenti dal 1990, guidate dalla crescita economica e demografica, e dal cambiamento dei modelli di consumo”.

Il think tank di Farm Europe ha pubblicato un’analisi della nuova PAC a seguito dell’entrata in vigore di molte disposizioni a gennaio 2015. L’analisi di Yves Madre nota:

  • un uso molto esteso della digressività e del capping dei pagamenti, superando il minimo regolamentare, con l’introduzione di tetti massimi per aziende singole in 8 stati membri, una mossa che è sembrata impensabile dal 1992;

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  • inversione dell’approccio per l’accoppiamento dei supporti.Il disaccoppiamento sistematico non sembra essere più l’obiettivo finale. Con l’eccezione della Germania, tutti gli stati membri stanno prendendo in considerazione l’opzione del ‘riaccoppiamento’, che fornisce una risposta generica al problema che i pagamenti diretti disaccoppiati, per definizione, non sono stati collegati alle esigenze generate dall’evoluzione dei mercati (queste scelte devono essere intese alla luce del contesto economico delle industrie del latte e della carne in cui le decisioni furono prese);

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  • un uso sostanziale della flessibilità nazionale in relazione all’obiettivo del greening dalla maggioranza degli stati membri, che potrebbe introdurre una fonte di distorsione nel mercato, così come complessità in termini di gestione e implementazione della PAC;

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  • la riforma della PAC ha introdotto anche un grado di flessibilità alla disposizione sugli aiuti dei pagamenti diretti (primo pilastro della PAC). Questa nota informativa esamina 6 componenti chiave delle disposizioni di attuazione introdotte dalla riforma del 2013; si tratta di elementi che avranno un impatto sulle posizioni degli stati membri nei futuri negoziati.

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In una lettera al commissario dell'agricoltura, Phil Hogan, otto gruppi dell’Ue per la conservazione hanno sollecitato la piena attuazione delle aree di interesse ecologico, come proposto nelle prime bozze della PAC 2014-2020:

“Mentre le EFA dovevano proteggere e migliorare le caratteristiche del paesaggio nelle aziende agricole, questo obiettivo purtroppo è stato diluito durante tutto il processo di riforma, lasciando agli stati membri la libertà di decidere tra fornire protezioni per la biodiversità nelle aziende agricole dell'Ue o consentendo agli agricoltori di far crescere colture e utilizzare input chimici che danneggiano la biodiversità.”

La lettera è stata spedita da BirdLife, Arche Noah, European Forum on Nature Conservation and Pastoralism, Pesticide Action Network, Slow Food, European Environmental Bureau, Compassion in World Farming e dall’organizzazione per l’agricoltura organica IFOAM.

Nel corso del dibattito sulla PAC nel 2013, gli stati baltici hanno fatto pressione per un’armonizzazione dei pagamenti agli agricoltori tra l'Ue-15 e i 13 stati che hanno aderito dopo il 2004. Interpellato da EurActiv sulle modifiche alla PAC, Illar Lemetti, vice-segretario generale per le politiche agricole e rurali dell'Estonia, ha dichiarato: "Tenendo conto del fatto che durante i negoziati il massimale nazionale estone per il periodo 2019-2020 è stato elevato da un livello preliminare di 134 milioni di euro a 169 milioni di euro, sarebbe ingrato da parte nostra, non essere soddisfatti. Tuttavia, speriamo ancora in un accordo generale, raggiunto nella fase finale dei negoziati, per proseguire con la convergenza dei livelli di supporto(disaccoppiamento dai livelli produttivi anche dal 1992)tra gli Stati membri dopo il 2020 continuerà”

In un position paper del 2013 sulla riforma della PAC 2014-2020 proposta dalla Commissione, il Copa-Cogeca ha dichiarato: "Un tema comune di questa riforma della PAC dovrebbe essere la semplificazione. Purtroppo, nonostante l'accettazione da parte della Commissione della necessità urgente di semplificare la PAC, ogni riforma della PAC ha prodotto più complessità e burocrazia. Le attuali proposte della Commissione non fanno eccezione. Le sue proposte sulla condizionalità, sul greening, sul capping inerente la definizione di agricoltori attivi, così come la sua proposta di frammentare il primo pilastro, renderanno il sistema meno trasparente al pubblico e molto più oneroso per gli agricoltori e i governi. Se una proposta non comporta una semplificazione deve essere rielaborata in un modo tale che non generi discriminazioni tra gli agricoltori".

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Cronologia

  • 1962: la Comunità Economica Europea lancia la PAC.
  • 1992: Le riforme si concentrano sui produttori piuttosto che sul supporto al mercato.
  • 2003: Introduzione di regole più stringenti sulla sicurezza alimentare, sulle norme ambientali e sul benessere degli animali.
  • Aprile 2010: Lancio di un dibattito pubblico sul futuro delle politiche agricole europee.
  • Novembre 2010: Comunicazione della Commissione europea sulla PAC verso il 2020.
  • 12 Ottobre 2011: La Commissione presenta le proposte di riforma della PAC.
  • 2011-2013: Dibattito sulle proposte al Parlamento europeo e al Consiglio.
  • 20 ottobre 2011: I ministri europei dell'Agricoltura si incontrano per discutere le proposte di riforma.
  • 7 novembre 2011: I ministri dell'Agricoltura in audizione alla commissione Agricoltura al Parlamento europeo.
  • 23-24 gennaio 2013: Il Consiglio Agricoltura sostiene una PAC meno verde, più flessibile.
  • 12-13 marzo 2013: Dibattito parlamentare e voto su regolamenti e atti delegati.
  • Aprile - giugno 2013: Negoziati tra il Parlamento europeo, Commissione europea, e Consiglio dei ministri dell'Agricoltura.
  • 1 gennaio 2014: La nuova PAC entra in vigore, ma dei ritardi nel processo di approvazione ne rimandano l'implementazione al 2015.
  • Novembre 2015: La Commissione europea presenta alcune proposte per razionalizzare il greening, l'organizzazione del mercato e altri requisiti della PAC.
  • 2016: Introduzione anticipata delle misure di razionalizzazione della PAC.
  • 2017: E' in programma un health check della PAC.
  • 2020: Nuovo budget europeo e possibile aggiornamento della PAC.