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Porti, Velo: "Presentate le modifiche normative sui dragaggi"

11 Dicembre 2015

(Da www.minambiente.it)

Presentate oggi a Livorno dal Sottosegretario all'Ambiente, Silvia Velo, le nuove norme che regolano le operazioni di dragaggio nei porti italiani. Un lavoro che il Ministero dell’Ambiente, anche in vista della riforma del sistema portuale italiano avviata dal Governo, ha portato avanti assieme ad altre amministrazioni e con il supporto del mondo scientifico.

Si tratta - come ha spiegato il Sottosegretario Velo - di due regolamenti e una di modifica normativa, che porteranno, in tempi brevi, a superare le difficoltà tecniche e operative che sono state riscontrate in questi anni nella realizzazione delle opere di dragaggio.

Il primo provvedimento tratta le modalità di dragaggio nelle aree portuali e marino-costiere che ricadono all’interno dei SIN, i Siti di Interesse Nazionale. 

Il secondo, in attuazione dell'art. 109 del D.Lgs 152/2006, è il regolamento che disciplina la procedura per l'approvazione dei progetti di dragaggio al di fuori delle aree SIN, le modalità e i criteri per la gestione del materiale dragato, tra cui l'immersione in mare dei materiali di escavo dei fondali marini.

Con un emendamento al Collegato Ambientale, inoltre, vengono semplificati i criteri di costruzione delle casse di colmata e delle vasche di raccolta. Infine, con un’altra modifica al Collegato Ambientale e grazie al lavoro svolto da un gruppo di lavoro istituito, presso il Ministero dell'Ambiente, a cui hanno preso parte il Ministero dei Trasporti, il Ministero della Salute, ISPRA, ISS e il CNR, sono state definite le linee guida e i valori di riferimento che consentono l’automatica deperimetrazione delle aree a mare da SIN a SIR (Siti di Interesse Regionale).

"Grazie anche al contributo di tutti gli enti coinvolti e al mondo scientifico - ha concluso Silvia Velo - avremo finalmente un quadro regolamentare chiaro che porterà a una semplificazione delle procedure mantenendo salvi i principi precauzionali di tutela ambientale del mare. È la dimostrazione che sviluppo economico e ambiente non solo possono coesistere, ma possono diventare un asset determinante per la blue economy".