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Lavoro: strategia Ue su uguaglianza di genere

27 Novembre 2015

(Da www.euractiv.it)

Nei prossimi mesi in arrivo misure per affrontare il divario di genere e agevolare la conciliazione lavoro-famiglia

Uguaglianza di genere nel lavoro: a breve una strategia Ue 

Parlando al Parlamento europeo, la commissaria per l'Occupazione, gli Affari Sociali e l'Integrazione Marianne Thyssen ha annunciato da parte di Bruxelles "misure preventive" per combattere la disuguaglianza delle pensioni tra uomini e donne e nuovi provvedimenti per la conciliazione lavoro-famiglia.

Entro la fine dell'anno, la Commissione presenterà infatti una strategia sull'uguaglianza di genere. Si tratterà, ha spiegato la Thyssen, di una piattaforma europea per tutte le iniziative volte a mettere fine alla discriminazione delle donne sul lavoro, compresa la questione del divario economico tra le pensioni. "Il 40% di differenza tra le pensioni delle donne e quelle degli uomini non è accettabile", ha detto la commissaria a Strasburgo.

Nel corso del 2016, ha continuato la responsabile Ue per l'Occupazione, la Commissione presenterà, inoltre, un pacchetto di nuove misure per "rispondere alla sfida del bilanciamento tra lavoro e famiglia e alla continua scarsa presenza femminile nel mondo del lavoro".

Su questo ultimo punto la Thyssen ha spiegato che è intenzione di Bruxelles promuovere "maggiore flessibilità negli orari di lavoro e nuovi servizi mirati ai genitori-lavoratori e ai prestatori di cure assistenziali", rimuovendo, al contempo, i disincentivi economici e fiscali all'ingresso delle donne nel mondo del lavoro.

Il caso italiano: infrazione Ue su pensioni uomo-donna

Una differenza di trattamento tra uomo e donna in fatto di pensioni è stata imputata all'Italia proprio da Bruxelles, con l'apertura nell'ottobre 2013 di una procedura d'infrazione. In questo caso, tuttavia, nel mirino Ue non vi è il divario economico a vantaggio degli uomini, bensì la possibilità, per le donne che lavorano nel settore pubblico, di prepensionarsi con un anno di anticipo rispetto agli uomini.

In Italia, la Legge n. 214/2011 fissa, infatti, gli anni minimi di contribuzione per ottenere la pensione prima di arrivare all'età massima in 41 e 3 mesi per le donne e in 42 anni e 3 mesi per gli uomini.

Secondo Bruxelles la normativa italiana viola l'articolo 157 dei Trattati Ue, che stabilisce la parità di trattamento tra uomini e donne, e non rientra neanche nei margini di manovra lasciati ai paesi Ue dalla direttiva 2006/54/CE in materia di uguaglianza di genere nel mercato del lavoro.

L'infrazione risulta attualmente ancora aperta. Non ha dunque convinto Bruxelles la spiegazione dell'Italia secondo cui, sebbene esista l'effettiva differenza di un anno tra la possibilità di prepensionamento maschile e femminile, nei fatti non vi è differenza di trattamento, perché le donne che usufruiscono di tale possibilità ricevono una pensione in proporzione più bassa.

Photocredit: CDC/ Dawn Arlotta acquired from Public Health Image Library