Check-up della Regione. Ecco il report sul rating qualitativo della Toscana
FIRENZE - Il divario tra Regioni del Nord e Regioni del Sud rimane. Emerge anche dal report di Fondazione Etica che ha ha misurato il rating pubblico, ovvero ha messo a confronto le ‘macchina' e l'efficienza delle Regioni (Toscana compresa), la loro capacità di raggiungere gli obiettivi prefissati, l'autonomia finanziaria anche, la capacità di innovazione, di erogare servizi a cittadini e imprese e di essere motore di sviluppo. Meno differenza sembra invece esserci tra Regioni a statuto ordinario e Regioni a statuto speciale, tant'è che la Toscana in questa particolare classifica è prima insieme alla Lombardia (ambedue a 75 punti su cento) seguita dall'Emilia Romagna, mentre Trento e Bolzano sono solo quarte e quinte, il Friuli Venezia Giulia sesto e la Valle d'Aosta, ad esempio, undicesima.
Il convegno Di rating pubblico, cos'è e a cosa serve, si parla in un convegno nel pomeriggio a Palazzo Strozzi Sacrati. Titolo: "La trasparenza non basta: social accoutability ed efficienza delle Regioni come motore di sviluppo". Diretta streaming dalle 15.15 alle 17.30 (http://www.regione.toscana.it/diretta-streaming) e relatori importanti: da tecnici della Commissione europea, come il direttore della Dg Regio Nicola De Michelis, a rappresentanti di Anci, Anac o della Wolrd Bank, fino all'Agenzia di Rating Pubblico che offrirà una radiografia comparata delle Regioni.
Ma la portata dei temi in discussione non è sola ‘tecnica'. "Il convegno – spiega l'assessore al bilancio e alla presidenza della Toscana, Vittorio Bugli – offre infatti un'occasione di dibattito e approfondimento su uno strumento, quello del rating pubblico, che permette ad una Regione o ad un Comune di essere valutati non solo per migliorarsi internamente, ma anche per rapportarsi all'esterno. Serve infatti nei confronti di investitori privati, serve verso un Governo per incentivare trasferimenti e risorse dove migliori sono le performance ed anche per quanto riguarda il regionalismo differenziato, serve verso l'Unione Europea nella trattativa ed orientamento dei fondi per dare le risorse a chi le spende più velocemente e bene. Serve anche nel sistema di controllo e gestione degli appalti e serve alla fine ai cittadini stessi".
Lo conferma anche Nicola De Michelis, dal suo osservatorio europeo. "Trasparenza e misura della capacità amministrativa – dice - sono centrali nel rapporto tra l'Unione e gli Stati. Abbiamo bisogno di una diagnostica importante e dobbiamo sederci al tavolo con Stati e Regioni per decidere cosa fare. Ma se ne parla troppo poco: manca un dibattito pubblico su questo".
"Generalmente – spiega Bugli - di un'amministrazione regionale vengono analizzate le politiche pubbliche, confrontate tra più legislature, soprattutto se di colore politico diverso. Sfugge però che nessuna buona politica può essere realizzata senza una macchina amministrativa efficiente". "Per questo - prosegue - la prima preoccupazione dovrebbe essere quella di avviare un'approfondita analisi di merito su queste cose al fine di valutare cosa funzioni e cosa meno. Di solito si valuta quanto si spende ma non dove e come. Questo è invece il metro con cui misurare la qualità delle politiche ma anche l'efficienza della macchina che le deve portare avanti". "A questo – conclude - serve il rating pubblico: è un po' come andare dal meccanico per un controllo dell'auto prima di partire per un viaggio". Il report sulla Toscana La Toscana è stata tra le prime Regioni italiane che ne ha scelto di adottare il rating pubblico, rivolgendosi ad un ente indipendente come Fondazione Etica per valutare le proprie performance e poi raccontarle all'esterno. Nel giudizio sintetico svetta in alto assieme alla Lombardia. "Ma non si tratta si stilare l'ennesimo rating ed assegnare qualche bandierina – precisa Paola Caporossi, presidente dell'Agenzia Rating Pubblico – Abbiamo utilizzato gli strumenti che già le norme prevedono per innescare un meccanismo virtuoso di analisi, diagnosi e supporto per migliorarsi".
"Certo - aggiunge – la Toscana è una Regione che ha puntato molto sulla modernizzazione e partecipazione". Prima nel giudizio di sintesi e prima – nelle sei macroaree analizzate - anche per gli appalti e nel rapporto con i fornitori: seconda in governance, terza nel bilancio (preceduta da Emilia Romagna e Lombardia, che hanno però Pil pro-capite molto più robusti e quindi sono più avvantaggiate), terza ancora nei servizi e nel rapporto con i cittadini, quarta nella gestione del personale.
Più in dettaglio per quanto riguarda la gestione del bilancio la Toscana èrRegione di riferimento e con il miglior risultato nell'autonomia impositiva: 92,3% a fronte di una media delle Regioni a statuto ordinario dell'81,6 per centpo. E' prima, a pari merito, anche nell'autonomia finanziaria, ovvero nella capacità della Regione di fare fronte autonomamente alle proprie necessità senza ricorrere ai trasferimenti dello Stato. È quasi benchmark nella gestione dei fondi comunitari come percentuale dei pagamenti effettuati: 16,4%, tre volte la media RSO, pari al 5,4 per cento. Seconda, di pochissimo, solo all'Emilia con 16,8%, doppia rispetto alla percentuale della Lombardia, ferma all'8,2.
La Toscana, con l'1,3% rispetto alle uscite non sanitarie, è tra le Regioni anche che spendono meno per i cosiddetti ‘costi della politica' di giunta e consiglio, insieme a Piemonte, Emilia, Lombardia e Campania. Quanto alla governance, anche per l'informatizzazione delle procedure la Toscana è ai primi posti, così come lo è per la presenza della banda larga, che la Regione sta portando a proprie spese anche nelle aree a cosiddetto fallimento di mercato e che costituisce un importante porta di accesso allo sviluppo in un territorio costituito da una miriade di borghi e micro-borghi, anche montani o isolati. "Abbiamo dirottato su questo gran parte delle risorse destinate all'innovazione" chiosa Bugli.
La Toscana è anche la prima Regione ad aver investito seriamente sulla semplificazione e nella gestione del patrimonio immobiliare e l'unica, insieme ancora alla Lombardia, che nel rapporto tra affitti pagati e affitti riscossi incassa un po' di più di quanto spenda. .
Nell'analisi del personale emerge per l'età media più bassa dei suoi dipendenti (tra i 50 e 51 anni, come in Emilia e Lombardia). Nel rapporto con i cittadini e nella gestione dei servizi eccelle nei servizi on line e nella disponibilità (69%) di wi-fi pubblico nei Comuni, nelle iniziative anche di coinvolgimento dei cittadini. Punteggio massimo anche per i tempi medi di pagamento ai fornitori: la Toscana è infatti tra le sette Regioni che saldano addirittura le fatture prima della loro scadenza, con sette giorni di anticipo quando la media italiana è di oltre un mese di ritardo. E' prima la Toscana anche per energie rinnovabili (51,8% a fronte di una media tra le Regioni a statuto ordinario del 48,2%) e per il grado di soddisfazione del trasporto ferroviario (58% a fronte di una media del 53,7 per cento).
"La trasparenza – conclude l'assessore Bugli – spesso diventa una inondazione di informazioni che vengono sprecate. Il rating pubblico ha consentito invece la loro rielaborazione in indicatori sintetici, che ci possono aiutare come amministratori a migliorarci e soprattutto sono fruibili da tutti, fornendo gli strumenti necessari per un confronto e una partecipazione effettiva dei cittadini in cui crediamo molto".
On line: Sulla pagine di Fondazione Etica il reporto integrale sul rating qualitativo della Regione Toscana (http://www.fondazionetica.it/archives/37353) Sul sito di Toscana Notizie la sintesi del report