Schede primarie

Agricoltura: biodiversita', successo PAC dipende da implementazione

27 Settembre 2015

(Da www.euractiv.it)

In linea con la strategia Ue per il 2020, la Politica agricola comune mira ad accrescere il contributo dell'agricoltura al rafforzamento della biodiversità. Il raggiungimento di questo obiettivo, spiega Slow Food Italia, dipende però molto da come le regioni implementeranno la nuova PAC.

Sommario

Urbanizzazione, aumento demografico, distruzione degli habitat, eccessivo sfruttamento delle risorse naturali, agricoltura intensiva, diffusione di specie esotiche invasive, cambiamenti climatici. Sono alcune delle cause che stanno determinando un'accelerazione della velocità con cui le specie si estinguono, da cento a mille volte superiore al tasso naturale.

Fenomeni di degrado e sovrasfruttamento interessano il 60% degli ecosistemi mondiali e il 75% degli stock ittici, mentre dal 1990, secondo la Fao, è andato perduto il 75% della diversità genetica delle colture agricole a livello globale, quota che sale al 95% negli Stati Uniti.

In Europa sono a rischio il 50% delle specie di vertebrati e un terzo delle speci di uccelli. E non va meglio sul fronte delle specie vegetali: a fronte di circa 50mila specie commestibili, spiega Anabio, l'associazione dei produttori biologici aderenti alla Cia-Confederazione italiana agricoltori, “se ne coltivano 250, di cui appena 15 forniscono il 90% dell’energia per vivere e appena 3 - mais, frumento e riso - il 60% delle calorie totali alla vita dell’uomo”. Queste specie, a loro volta, prosegue Anabio, attraverso il miglioramento genetico “sono state ridotte a 10 varietà, che così hanno contribuito a diminuire la biodiversità e sono globalmente coltivate nel 71%, 65% e 50% della superficie agricola utilizzata”.

Alla luce del Protocollo di Nagoya del 2010,e dei risultati limitati del Piano d'azione Ue per la biodiversità del 2006, nel maggio 2011 la Commissione europeaha adottato una nuova strategiaper il 2020. L'incremento del contributo dell'agricoltura e della silvicoltura al mantenimento e al rafforzamento della biodiversità è uno dei temi chiave del testo. A fronte di un'agricoltura industriale caratterizzata da una forte riduzione dell’agrobiodiversità, con la strategia l'Ue punta infatti a estendere al massimo le superfici agricole coltivate a prati, seminativi e colture permanenti.

In questo quadro vanno lette anche alcune delle innovazioni della Politica agricola comune 2014-2020, come l'introduzione del greening, dei pagamenti agro-climatico-ambientali e di una misura espressamente dedicata all'agricoltura bio nell'ambito dei piani di sviluppo rurale.

In Italia un passo decisivo verso gli obiettivi globali ed europei è rappresentato dal disegno di legge per la tutela e valorizzazione della biodiversità agricola e alimentare, attualmente all'esame del Senato. Un testo necessario alla luce di quanto previsto a livello comunitario e dai trattati internazionali - spiega la deputata Susanna Cenni, prima firmataria del testo - e reso più urgente dalla crescente attenzione verso la biodiversità che si è manifestata nell'ambito di Expo 2015.

La biodiversità nella nuova PAC

L'inverdimento, o greening, è il principale strumento previsto dalla nuova PAC per affrontare le sfide della perdita di biodiversità, dei cambiamenti climatici e della corretta gestione dei suoli. Nell'ambito del primo pilastro, infatti, il 30% delle risorse dei pagamenti diretti viene subordinato al rispetto di tre pratiche agricole positive per l'ambiente, la diversificazione delle colture, il mantenimento dei prati permanenti e la conservazione delle zone di interesse ecologico, oppure di pratiche ritenute equivalenti.

Delle pratiche adottate nel quadro del greening devono tenere conto anche le misure agro-climatiche-ambientali nell'ambito dei Psr, cui spetta almeno il 30% del budget per lo sviluppo rurale. L'attenzione alla biodiversità è infatti confermata nel secondo pilastro della PAC, che permette la concessione di contributi economici agli agricoltori che garantiscono la conservazione e l'uso sostenibile delle risorse genetiche vegetali a rischio erosione e delle razze animali autoctone minacciate di abbandono. In più, le regioni europee possono scegliere di attivare gli aiuti economici per gli istituti di ricerca che lavorano alla conservazione e all'uso sostenibile delle risorse genetiche, ad esempio realizzando banche dei materiali riproduttivi o sviluppando strategie per la salvaguardia del patrimonio naturale a rischio.

Al ripristino della biodiversità può contribuire anche la filiera bio, per la prima volta destinataria di una misura di sviluppo rurale dedicata, la Misura 11. “Attraverso il miglioramento genetico partecipato dagli agricoltori - spiega infatti Anabio - il metodo bio permette di produrre “varietà più diversificate che potranno aiutare milioni di agricoltori a ridurre la dipendenza da input esterni e la vulnerabilità a malattie e cambiamenti climatici”.

Slow Food, successo obiettivi Ue dipende anche da implementazione Psr

Nel caso dell'Italia, le regioni hanno deciso di concentrare, in media, il 34% delle risorse a disposizione per lo sviluppo rurale sulla priorità 4, dedicata alla difesa e al ripristino degli ecosistemi naturali connessi all’agricoltura e alle foreste, mentre la biodiversità è la focus aerea privilegiata nei Psr in termini di attribuzione di risorse (17%).

Tra gli interventi più consistenti a livello finanziario ci sono i 18 milioni di euro destinati dal Psr della Puglia al finanziamento di progetti per la valorizzazione delle risorse genetiche in agricoltura e i 15 milioni di euro destinati sia dal Piemonte che dalla Sicilia alla conservazione delle risorse genetiche animali e alla tutela delle razze autoctone.

Già nella scorsa programmazione, spiega l'onorevole Cenni, era possibile riconoscere particolare attenzione alla biodiversità attraverso i Programmi di sviluppo rurale. Dalla nuova PAC potrà venire un contributo ancora maggiore in questo senso, prosegue la deputata, perchè l'attenzione a livello europeo è cresciuta.

Il giudizio positivo sulle novità introdotte con la riforma della Politica agricola comune è condiviso dal presidente di Slow Food Italia Gaetano Pascale, che però chiarisce: le nuove misure rappresentano delle precondizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità, ma per ottenere risultati concreti servono passaggi ulteriori.

Pensiamo ad esempio alla diversificazione delle colture nell'ambito del greening, dice Pascale. Dal momento che l'impegno non fa riferimento alla necessità di coltivare sementi locali, un agricoltore potrebbe garantire tre varietà utilizzando ibridi commercializzati da multinazionali, senza avere ecotipi locali.

Analogo discorso per i pagamenti agro-climatici-ambientali. “Naturalmente se vogliamo ridurre il contributo dell'agricoltura ai cambiamenti climatici dobbiamo adottare misure di questo tipo, ma il pagamento da solo non basta”. Molto dipende, secondo il presidente di Slow Food Italia, dalle scelte delle regioni europee nell'ambito dei programmi di sviluppo rurale. Nei bandi per l'accesso ai contributi dei Psr, attualmente le regioni riconoscono i punteggi in base alla qualità dei progetti, ma anche a una serie di requisiti oggettivi, come l'età o il genere del soggetto proponente. “Quello che finora è mancato e che sarebbe necessario - sottolinea Pascale - è una premialità relativa all'introduzione della biodiversità, cioè alla coltivazione di ecotipi locali”.

In Italia, prosegue il presidente di Slow Food Italia, questa procedura sarà possibile grazie alla legge nazionale sulla biodiversità agricola, attualmente all'esame del Senato, che prevede l'istituzione di un'anagrafe delle varietà da conservazione, che individui gli ecotipi locali presenti nei diversi territori. “Senza misure di questo tipo - conclude Pascale - non riusciremo a conoscere le potenzialità economiche dei percorsi di recupero e valorizzazione della biodiversità”.

Verso una legge nazionale sulla biodiversità agricola

Accanto agli strumenti europei a sostegno della biodiversità in agricoltura, l'Italia sta per dotarsi di una legge nazionale per la valorizzazione della biodiversità agricola, di cui la Cenni è prima firmataria. Negli ultimi anni, spiega la deputata, a livello comunitario e di trattati internazionali si è andati molto avanti sul tema, molte regioni italiane si sono già mosse, così come tanti agricoltori, comprese tante donne che hanno scelto di tornare alla terra con un orientamento preciso al recupero della biodiversità. Mancava quindi una legge nazionale, ed Expo, che ha accresciuto l'attenzione su questi temi, ha reso ancora più urgente chiudere questo quadro normativo, aggiunge la Cenni.

Il testo riprende gli orientamenti delle direttive europee proponendo la creazione di un sistema nazionale per la tutela e la valorizzazione della biodiversità agraria e alimentare e di una rete degli attori impegnati in questo campo, che funge da coordinamento nella raccolta dei dati. “Ci sono tante iniziative da parte degli agricoltori che recuperano varietà a rischio”, spiega la Cenni. “L'obiettivo è avere un quadro di insieme per poter condividere queste conoscenze, senza però ingessare troppo il sistema”.

“C'è da fare un grande lavoro rispetto alle anagrafi degli ecotipi già presenti a livello regionale, perchè molte varietà uguali figurano con nomi differenti”, spiega il presidente di Slow Food Italia. “Occorre incrociare le banche dati, servirsi dell'ausilio degli istituti di ricerca e identificare le varietà sui territori perchè la biodiversità è anche questione di contesti pedoclimatici”. Si tratta di un grande impegno, ma ritornerà in termini di risultati come un grande investimento, assicura Pascale.

Alla luce di quanto sta avvenendo in altre parti del mondo, la legge italiana mira anche a lanciare un messaggio chiaro agli agricoltori: nessuno vi porterà via il seme o la razza animale che avete recuperato. “Non possiamo dirlo per l'Italia, ma in paesi come l'India c'è stato un impoverimento delle popolazioni rurali con l'imposizione di alcune varietà da parte delle multinazionali che detengono il mercato delle sementi”, spiega la Cenni. La legge prevede quindi che le risorse genetiche locali di origine vegetale, animale o microbica a rischio di estinzione o di erosione genetica non possano essere assoggettate a diritti di proprietà intellettuale o che comunque ne limitino l'accesso o la riproduzione agli agricoltori, compresi i brevetti a carattere industriale.

Il testo rappresenta un significativo passo in avanti ed è importante che venga approvato dal Senato senza stravolgimenti rispetto alla versione già adottata alla Camera, spiega il presidente di Slow Food Italia, per garantire che gli interessi delle grandi aziende sementiere non possano privare soprattutto le piccole imprese agricole della possibilità di coltivare le risorse genetiche locali. Su questo tema, però, sottolinea Pascale, c'è un lavoro da fare anche a Bruxelles, perchè la disciplina nazionale potrebbe entrare in contraddizione con le normative europee sul materiale genetico vegetale.

Oltre a permettere la messa a coltura dei semi recuperati, il testo ammette anche lo scambio delle sementi di varietà da conservazione tra gli agricoltori, che al momento avviene nell'assenza di regole. Con attenzione a che non diventi un commercio, sottolinea però la Cenni, perchè il fine ultimo è sempre la tutela della biodiversità e la sua riproduzione. “La normativa a lungo non ha consentito lo scambio”, ricorda la deputata; con la legge viene invece ammesso nella rete degli agricoltori custodi e attraverso la vendita in sede locale, togliendo anche il riferimento al limite della piccola quantità.

Sono tutti strumenti che mirano a “democratizzare l’agricoltura”, dice la Cenni, sintetizzando gli obiettivi del testo. Ora, conclude, puntiamo all'approvazione definitiva entro la fine dell'anno. Per l'Italia, sarebbe la legge di Expo.

Per saperne di più

Text of the Nagoya Protocol

Commission Communication of 22 May 2006 "Halting the loss of biodiversity by 2010 - and beyond - Sustaining ecosystem services for human well-being"

Commission Communication of 3 May 2011 'Our life insurance, our natural capital: an EU biodiversity strategy to 2020

Rural development 2014-2020: Country files

Disegno di legge “Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della Biodiversità agraria e alimentare”