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Clima: rapporto AEA, Italia in linea con obiettivi Ue

20 Ottobre 2015

(Da www.euractiv.it)

 Windwärts Energie / Foter / CC BY-NC-ND

Secondo il rapporto 2015 dell’Agenzia Europea per l’Ambiente pubblicato oggi, l'Italia sta facendo i compiti a casa per quanto riguarda emissioni di gas serra, consumo energetico ed energia rinnovabile. Su 28 paesi membri solo altri 12 sono in regola contemporaneamente su queste tre voci dell’agenda climatica europea.

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“Le nostre politiche funzionano – afferma Miguel Arias Cañete, commissario europeo per Clima e energia- negli ultimi dieci anni le emissioni sono sempre calate”. Dal 1990 al 2013 l’Ue ha diminuito i gas serra del 19,3%, arrivando al 23% solo nel 2014. Merito anche di un inverno insolitamente caldo che ha fatto calare la domanda di energia.

Attualmente l’Ue è sulla buona strada per rispettare il taglio del 20% delle emissioni rispetto ai livelli del 1990, previsto per il 2020. Solo Belgio, Austria, Irlanda e Lussemburgo non stanno facendo abbastanza. È il settore trasporti l’unico a non aver registrato miglioramenti. Anzi le sue emissioni sono aumentate del 19% negli ultimi 23 anni. E il rapporto ammonisce: se il trend resterà questo gli obiettivi per il 2030 e il 2050, rispettivamente tagli del 40% e dell’80%, verranno mancati.

Senza nuove misure di intervento da parte degli stati membri le riduzioni non supereranno la soglia del 27% per il 2030. Queste, secondo le proiezioni del report, porterebbero a un calo complessivo del 30% ma non considerano nel calcolo la riforma del sistema europeo di scambio per le quote di emissione (ETS).

Il taglio delle emissioni del 40% per il 2030 è un pilastro portante della posizione europea in vista della Conferenza sul clima di Parigi. Dal 30 novembre all’11 dicembre i leader mondiali si troveranno nella capitale francese per sostituire il protocollo di Kyoto. L’obiettivo è trovare un accordo universale costrittivo sul clima.

Al momento le diplomazie di tutto il mondo sono a Bonn per l’ultimo round negoziale in vista di Parigi. L’ambizione è quella di fissare una soglia al riscaldamento globale che non superi più di due gradi il livello della fase preindustriale.

“Dalla Cop21 devono uscire obiettivi di lungo termine- sottolinea Cañete- oltre a un robusto sistema di trasparenza e responsabilità che porti ogni stato a riferire ogni 5 anni e ad aumentare gli obiettivi in materia nel corso del tempo”.

Finora sono 146 gli stati che hanno consegnato all'Onu il loro "contributo" per ridurre i gas a effetto serra in vista del 2025-2030. Quindi circa il 75% degli stati – l’87% delle emissioni globali di agenti nocivi per il clima – ha informato l’Onu dei propri propositi in tema di politiche ambientali.

Le Nazioni Unite forniranno un rapporto di tutti gli impegni ricevuti entro il primo novembre. Questo permetterà una valutazione globale dello sforzo anti cambiamenti climatici previsto a livello mondiale.

Photo credit: Windwärts Energie / Foter / CC BY-NC-ND