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Leggi europee: con Ddl Delega 2015 sede stabilimento in etichetta

11 Settembre 2015

(Da www.euractiv.it)

Supermercato

Nell'ambito della legge di delegazione europea per il 2015, il Consiglio dei Ministri ha approvato una norma che autorizza il Governo alla reintroduzione nell'ordinamento italiano dell'indicazione obbligatoria della sede dello stabilimento di produzione o di confezionamento dei prodotti alimentari in etichetta.

Insieme alla legge europea, la legge di delegazione rappresenta lo strumento che, in sostituzione della vecchia legge comunitaria, consente l'adeguamento dell'ordinamento nazionale a quello Ue e il superamento delle procedure di infrazione avviate da Bruxelles nei confronti dell'Italia.

L'articolo 4 della legge delega per il 2015, approvata giovedì dal Consiglio dei Ministri, riguarda l'adeguamento alle nuove regole Ue in materia di etichettatura e punta a ristabilire l'obbligo di indicare nelle etichette degli alimenti prodotti in Italia e destinati al consumo nel nostro paese la sede dello stabilimento.

Il regolamento Ue n. 1169/2011 permette infatti agli Stati membri di aggiungere alle regole comuni in materia di informazione al consumatore ulteriori prescrizioni nazionali. L'Italia prevedeva già l'obbligo di indicare in etichetta la sede dello stabilitimento, ma non aveva chiesto a Bruxelles di mantenere il vincolo anche dopo l'entrata in vigore del nuovo regolamento Ue.

A favore dell'indicazione della sede si erano espressi, nel corso di una consultazione pubblicazione lanciata dal Mipaaf, oltre il 90% degli italiani intervistati e Great Italian Food Trade e Il Fatto alimentare si erano mobilitati con una petizione su Change.org rivolta ai ministri delle Politiche agricole, della Salute e dello Sviluppo economico, Maurizio Martina, Beatrice Lorenzin e Federica Guidi.

Ora il Governo si muove per il ripristino dell'obbligo e annuncia che a breve la misura sarà notificata alla Commissione europea per l'autorizzazione, motivandola sulla base dell'esigenza di tutelare la salute dei consumatori. Anche se, secondo Great Italian Food Trade, non è richiesta nessuna 'autorizzazione preventiva', ma è sufficiente una notifica, accompagnata da una solida motivazione.

Da parte sua, il ministro Martina si dice pronto a dare battaglia a Bruxelles, non solo sulla reintroduzione della misura in Italia, ma anche “perché l’etichettatura sia sempre più completa, a partire dall’indicazione dell’origine degli alimenti”, a livello europeo. “Per noi - assicura il ministro - si tratta di un punto cruciale, perché la valorizzazione della distintività del modello agroalimentare italiano passa anche da qui”.