Saccardi replica a Ghinelli: "Le risorse messe a disposizione dalla Regione servono proprio per i servizi sociali e socio-sanitari"
FIRENZE - "Le risorse che dalla Regione vanno alle Società della Salute o ai distretti sono, come l'amministrazione dovrebbe sapere bene, risorse che vanno a disposizione delle amministrazioni comunali per realizzare per l'appunto i servizi sociali e socio-sanitari. Sempre che le amministrazioni comunali le sappiano utilizzare a favore dei loro cittadini". L'assessore al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi replica in maniera decisa alle dichiarazioni del sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli e dell'assessore alla sanità Lucia Tanti, che affermano che, piuttosto che destinare ingenti risorse agli accorpamenti e alle Società della Salute, la Regione farebbe meglio a destinare queste risorse ai servizi.
"Queste risorse - chiarisce Stefania Saccardi - provengono in parte dal Fondo sanitario e in parte dal Fondo sociale. Se Ghinelli avesse letto la delibera, avrebbe visto che devono essere rendicontate in termini di programmazione di servizi sociosanitari per il territorio. Stupisce quindi che si chiamino "paghette" risorse aggiuntive che il Comune di Arezzo avrà a disposizione per migliorare e accrescere i servizi per i propri cittadini, anche per quelli che hanno votato per Ghinelli e non per Rossi".
"E' offensivo - dice ancora l'assessore Saccardi - che si ritengano "paghette" le risorse che vengono stanziate dalla Regione per realizzare i servizi sociali. Se il sindaco di Arezzo ritiene di non utilizzare le risorse messe a diisposizione dalla Regione Toscana per i suoi cittadini, ce le restituisca e noi le utilizzeremo per i cittadini di altre zone. Le risorse aggiuntive - chiarisce - sono state stanziate dalla Regione non per un programma politico, come sostiene Ghinelli, ma per aiutare e sostenere le zone che decidono di unirsi a migliorare e unificare i servizi, e per evitare che l'unificazione delle zone potesse andare a penalizzare i bilanci sul sociale di alcuni Comuni che avevano quote sociali diverse rispetto ad altri. Ma ciò che conta davvero - conclude -, e che il sindaco di Arezzo non ha compreso, è che queste risorse sono messe a disposizione dei Comuni per rendere servizi ai cittadini, compresi quelli, ripeto, che hanno votato per il sindaco di Arezzo".
"Per quanto invece attiene all'unificazione delle zone - informa infine l'assessore - è ancora in corso una riflessione all'interno della Giunta e del Consiglio sull'assetto definitivo".