Accoglienza in famiglia dei richiedenti asilo, Bugli: "Auspichiamo al più presto un via libera dal Ministero"
FIRENZE – L'accoglienza in famiglia dei profughi si potrebbe concretizzare. "Il Ministero degli Interni ha chiesto alla Prefettura piccole modifiche all'accordo proposto – spiega l'assessore all'immigrazione, Vittorio Bugli -, e proprio perché sono di minima entità presumiamo e confidiamo di poter avere definitivamente il via. Ovviamente ci faremo carico di sollecitare la risposta per averla nel più breve tempo possibile". A quel punto, in un mesetto dal via definitivo, la Toscana sarà in grado di partire.
Il progetto aveva preso le mosse a settembre 2015, lanciato dal presidente Rossi con un centralino dedicato che in un paio di mesi aveva ricevuto seicento telefonate, offerte per 250 posti in famiglia e duecento appartamenti pronti ad essere messi a disposizione per accogliere profughi e richiedenti asilo ospiti in Toscana: circa 6.400 alla fine dell'anno scorso, arrivati nell'arco di un anno e mezzo, 7.188 ora a marzo, mai concentrati in grandi strutture ma distribuiti in piccoli centri, case ed appartamenti su gran parte del territorio regionale, con quel modello di accoglienza diffusa già lanciato dalla Toscana nel 2011.
Per offrire accoglienza in famiglia avevano telefonato al centralino della Regione un po' da tutta la Toscana, dalle città e dalla campagna, dalla montagna e dalle isole. Avevano telefonato i pensionati come le giovani coppie, le famiglie senza e con figli. Profughi e richiedenti asilo che arrivano in Toscana sono però in carico alle Prefetture, che li affidano a gestori. Non dipendono dalla Regione. Sul progetto di sistemarli in famiglia, le prefetture hanno così chiesto al Ministero il via libera.
"Abbiamo lavorato insieme allo studio di una procedura - continua l'assessore - per la quale fra prefetture e gestori viene sottoscritto un accordo e, a loro volta, i gestori sottoscrivono una convenzione con le famiglie. Queste ultime garantiranno vitto e alloggio, i gestori continueranno invece ad occuparsi della presa in carico, della formazione linguistica e di tutto quanto è previsto dalla convenzione con le prefetture".
La risposta dal Ministero è tardata ad arrivare e sono passati i mesi. C'è stata una prima richiesta di modifica, poi una seconda. Ma ora sembra che siano definiti i contenuti dell'accordo. "In questi mesi si sono fatte avanti anche altre famiglie, nonostante avessimo spento il centralino – dice Bugli – Chi aveva avanzato la propria disponibilità, ha richiamato. Appena arriverà il via libera definitivo sarà nostra premura ricontattare tutti quanti".